Sarah Scazzi: pressioni, false testimonianze, ennesima lite tra gli avvocati

di Marco Maimeri*
Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 12:03 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

Ha difeso sin dal primo giorno il contadino di Avetrana per l’omicidio della nipote ma Daniele Galoppa continua ad essere messo in discussione. Oggi il nuovo avvocato di Michele Misseri, Francesco De Cristofaro, incontrerà il suo assistito in carcere insieme con lo stesso Galoppa ma questo ultimo ha fatto già sapere che, se non dovesse condividere la linea difensiva, lascerà l’incarico. Nel frattempo, il difensore di Sabrina, Vito Russo, e il suo collega Gianluca Mongelli, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Taranto per tentato favoreggiamento personale.

Avrebbero cercato di far cambiare versione dei fatti a Michele Misseri riguardo alla chiamata in correità della figlia Sabrina per l’omicidio della piccola Sarah. L’episodio risale al 16 ottobre scorso quando dallo studio Mongelli venne inviato in carcere a Misseri un telegramma, firmato dal fratello Carmine, con cui lo si invitava a nominare un legale di fiducia. E’ stato lo stesso Carmine a raccontare tutto agli investigatori.

Intanto la Procura del capoluogo ionico continua le indagini. Secondo le ultime indiscrezioni, gli inquirenti starebbero valutando la pista che anticiperebbe l’ora del delitto di Sarah di almeno mezzora: non più tra le 14.25 e le 14.40 ma tra le 14 e le 14.25. Per questo motivo, negli uffici del comando provinciale dei carabinieri di Taranto, gli investigatori avrebbero già ascoltato tre persone “informate sui fatti”. A condurre l’interrogatorio, il sostituto procuratore Mariano Buccoliero.

Le persone ascoltate sarebbero tre vicini di casa Misseri, due donne e un uomo, che, nel primo pomeriggio del 26 agosto, giorno dell’uccisione di Sarah, avrebbero notato nelle vicinanze della loro abitazione una macchina rossa simile ad una Panda, il cui conducente stava compiendo strane manovre. L’auto sarebbe compatibile con la Seat Marbella di Misseri con cui l’uomo ha raccontato di aver trasportato il cadavere al pozzo.

«Michele è un soggetto debole, dalla fragile personalità ma anche un grande mentitore», sostengono Nicodemo Gentile e Valter Biscotti, avvocati della famiglia Scazzi. «Il suo atteggiamento – proseguono – non è altro che un coacervo di reticenze, goffi mutismi e compiacenti verità, mentre il presunto pentimento è solo di ordine pratico e non etico. Questo uomo, in ragione del suo comportamento, non merita alcuna considerazione e deve essere abbandonato al suo colpevole destino, almeno che non decida di descrivere definitivamente la reale dinamica dei fatti che lui ben conosce, consentendo di scoperchiare quel “vaso di Pandora” che è la sua famiglia nell’ambito della quale come dal medesimo dichiarato – concludono i due legali – è stato realizzato e gestito l’omicidio di Sarah».

* Scuola di Giornalismo