Sarah Scazzi, “paparino” disse a Sabrina: “Ti ho pulito il bagagliaio dell’auto”. Lei in carcere urla: “Sono innocente”

Pubblicato il 19 Ottobre 2010 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA

Sabrina Misseri

Sabrina Misseri era legatissima al padre Michele, lo zio di Sarah Scazzi. Legata come lo sono moltissime figlie al padre, a quel padre che chiamava “paparino” e che per lei era pronto a fare tutto. Forse anche ad uccidere? Il loro rapporto, come hanno detto i criminologi, tracimava il normale feeling figlia-padre. Sabrina per Michele era quasi come una moglie. E lui si faceva in quattro per lei. Racconta Cosima, la madre di Sabrina, che Michele viziava la figlia, non le diceva mai di no per paura di non “essere più amato”. E Sabrina per lui stravedeva: “Papà è bellissimo – diceva – il più bello della famiglia. Se mi sposo, devo sposare uno così, uguale pittato”.

Una figlia innamorata del padre, un padre che per la figlia avrebbe fatto di tutto. E questa alchimia potrebbe essere stata riprodotta anche quel maledetto 26 agosto, quando Sarah Scazzi venne uccisa nel garage di casa Misseri. E allora frasi quotidiane di questo rapporto appaiono quasi bizzarre e disarmanti se pronunciate quel pomeriggio, quando Sarah è già morta. “Sabrì, ho pulito il bagagliaio della macchina – disse Michele a Sabrina quel pomeriggio – se vuoi puoi uscirci stasera”. In quel bagagliaio “paparino” caricava le sporte di arance ma quel pomeriggio ci aveva caricato Sarah.

Attraverso le sbarre della cella urla la sua innocenza Sabrina Misseri. Grida che vuole uscire e accusa il padre di essere un bugiardo. Sabrina si alimenta regolarmente e continua a leggere vecchie riviste femminili. A tratti piange, si affaccia, attraverso le sbarre, al finestrino della cella e urla: ”Sono innocente, vi prego aiutatemi”.