Sarah Scazzi: in casa Misseri si usano i ‘pizzini’ per paura delle intercettazioni

Pubblicato il 20 Ottobre 2010 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Scazzi

La famiglia Misseri ha trovato il modo per evitare le intercettazioni: nella casa di Avetrana (Taranto) adesso si usano i “pizzini”. Secondo un’indiscrezione pubblicata da La Gazzetta del Mezzogiorno i Misseri, sospettando che i carabinieri avessero nascosto cimici, hanno iniziato a comunicare con i pizzini. E dopo averli usati, questi pizzini venivano addirittura bruciati.

E qualcosa da nascondere la famiglia Misseri, tutta la famiglia, sembra ce l’avesse. Gli inquirenti, infatti, sospettano che a sapere dell’omicidio di Sarah fosse anche la mamma di Sabrina, Cosima e forse anche l’altra figlia, Valentina. I Ris hanno inoltre analizzato il cellulare di Sarah e hanno trovato diverse impronte sul vano batteria. Una prova che va a confermare i sospetti degli inquirenti sul possibile coinvolgimento di altri componenti della famiglia Misseri nell’omicidio della quindicenne di Avetrana. D’altronde il dubbio era già venuto ascoltando una intercettazione (in quel caso i Misseri non erano stati prudenti e non avevano ancora messo in atto il sistema dei ‘pizzini’) in cui Sabrina Misseri diceva a madre e sorella: “Perché papà ha fatto ritrovare il cellulare di Sarah? Su quel telefono ci sono le impronte di tutti noi”.

Ora le impronte trovate sul cellulare, insieme ad altri, saranno al centro di accertamenti irripetibili che si terranno la prossima settimana. Intanto è spuntato un giallo riguardo ad un secondo telefono cellulare utilizzato dai Misseri. Quel cellulare, in famiglia, veniva utilizzato da tutti ed il suo segnale sarebbe stato captato nella zona di contrada Mosca, proprio come quello di Michele Misseri all’ora in cui venne occultato il cadavere di Sarah. Se l’indiscrezione fosse confermata, potrebbe indicare solo due cose. O che zio Michele aveva addosso anche quel telefono, oppure che non era solo mentre infilava il corpo di Sarah nella cisterna.