Savona, strangola il figlio di 3 anni. Mamma killer: “Non parlava”

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 23:12 OLTRE 6 MESI FA

Elisabetta Bertolotto avrebbe ucciso il figlio Andrea di 3 anni perché il bambino aveva difficoltà ad esprimersi. Sarebbe questa una delle possibili motivazioni dell’ infanticidio avvenuto a Savona e non, come si era ipotizzato in un primo momento, la depressione post partum.

Il pm Danilo Ceccarelli ha convalidato il fermo con l’accusa di infanticidio aggravato. La donna è piantonata nell’ospedale San Paolo. E’ stata confermata dalla Polizia la dinamica del delitto: la donna ha strangolato e soffocato il figlio, quindi ha girovagato in auto sulle alture di Savona, sino a quando non ha raggiunto San Bartolomeo del Bosco. Probabilmente dopo essersi resa conto di quello che aveva fatto, ha tentato di togliersi la vita lasciandosi cadere in dirupo al volante della sua vettura.

La donna aveva raccontato di aver portato il piccolo in macchina quando si è gettata dal dirupo. Invece Andrea era sul ciglio della strada, con una coperta adagiata sul corpicino. Lo ha trovato, esanime, Mauro Quagliati, il papà che ha cercato anche di rianimarlo. Inutile: il piccolo era già morto. Quindi l’affannosa ricerca della donna, trovata poco dopo in fondo ad un dirupo poco più in là.

Il marito Mauro Quagliati, invece, dopo un interrogatorio durato diverse ore in questura, è tornato a casa. L’altro figlio di Elisabetta, intanto, è stato affidato alla nonna che ha ricevuto la visita dei servizi sociali.