Savona, protesta prima del funerale: “150 euro al prete per il funerale? Troppi”

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Ottobre 2017 - 11:11 OLTRE 6 MESI FA
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Foto Ansa

SAVONA – Il sacerdote impone  una “tariffa minima” per celebrare un funerale e un abitante di Cengio, comune in provincia di Savona, non ci sta:

“Lunedì, prendendo accordi con le onoranze funebri, siamo stati informati che si devono aggiungere 150 euro per le incombenze del sacerdote, da consegnare direttamente al prete, soluzione che lo stesso titolare delle onoranze funebri preferirebbe, o che le pompe funebri si presterebbero a consegnare. E’ una sorta di ‘offerta minima obbligatoria’, ed è proprio questo che non mi è andato giù”.

La vicenda la racconta La Stampa. I soldi  vanno direttamente al prete e non servono per organizzare il funerale. La persona che ha sollevato il caso non ci sta e ribadisce che dovrebbe trattarsi di un’offerta libera:
“Se fare il sacerdote è una vocazione non ci dovrebbe essere un tariffario, ma si dovrebbe lasciare libera l’offerta; se, invece, deve essere considerato un normale lavoro, 150 euro per 40 minuti, senza nemmeno venire ad accogliere la salma sul sagrato, senza farci le condoglianze, senza accompagnarci al cimitero, mi sembra davvero una cifra non adeguata al servizio offerto”.

Don Guido Zacheni è il prete tirato in causa. questa la sua replica:

“Non entro nel caso specifico, e le disposizioni attuali sono ‘La Parrocchia consiglia un’offerta adeguata che possa comprendere il servizio della Chiesa e, in inverno, anche il riscaldamento, le tre Messe e un gesto di carità”‘.

Ma che l’offerta “consigliata” fosse uguale a 150 euro, lo confermano anche dalle onoranze funebri e un altro testimone:

“Il funerale è stato a Rocchetta di Cengio. Il prete ha consegnato un foglio alle onoranze funebri da girarci, con scritto che per la celebrazione “si consiglia un’offerta minima di 150 euro”.

Don Guido fa però notare:

“Pensate che siamo esenti da pagare luce, riscaldamento e quant’altro? Le spese ci sono, per la cerimonia funebre e per le tre messe, soprattutto d’inverno. Io dovrei essere in pensione, ed invece ho ricevuto altre parrocchie anche in Piemonte, ed anche le trasferte hanno un costo. E se poi devo chiedere ad un altro sacerdote di celebrare le funzioni perché io sono occupato in altre parrocchie, 50 euro per le spese devo pur darglieli. La realtà è che chi fa queste polemiche è di solito chi non viene mai in chiesa, e per questo si devono usare le onoranze funebri per certe incombenze, perché con il prete non si viene nemmeno a parlare: si pensa solo alle apparenze, spendendo migliaia di euro per il funerale ma facendo le pulci a quello che si dà, o non dà, al prete. Il momento più intimo, più importante, di maggior conforto, è il Sacramento dell’unzione degli infermi. Ma non viene più cercato: si guarda più ai fiori, alla gente, al corteo”.