La strategia del “forcone”. Tir, taxi, blocchi in tutta Italia

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Forse, dalla stampa al governo, un po’ tutti hanno sottovalutato la rivolta dei “forconi”, relegandola a fatto locale, a cose siciliane. Salvo ricredersi quando il contagio della protesta dei tir, ha risalito la penisola (segui la diretta) saldandosi almeno nel Lazio al più largamente pubblicizzato sciopero dei tassisti. Gli autotrasportatori hanno allentato i blocchi in Sicilia ma stanno esportando il disagio al continente con l’obiettivo Roma in testa, già dalla scorsa notte. Presidi spontanei sono nati un po’ ovunque, da Caserta e Napoli a Pescara e San Benedetto del Tronto, molti caselli autostradali non sono più in funzione. La circolazione stradale interrotta è solo il primo degli effetti negativi. Molte imprese stanno cancellando ordini, il carburante è fermo nei depositi, i camionisti a braccia incrociate stanno immobilizzando il paese.

Il fatto che la protesta sia appunto “spontanea”, non organizzata, mette in guardia il ministero dell’Interno, preoccupato per la possibilità di forme di agitazione eclatanti e per eventuali infiltrazioni e strumentalizzazioni. Il ministero dell’Interno segue “con molta attenzione” le proteste degli autotrasportatori, partite dalla Sicilia ma ora estese ad altre parti d’Italia, “perché nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso”, ha affermato Annamaria Cancellieri, intervistata nel corso della trasmissione di Radio Uno “Prima di Tutto”.

In ogni caso lo sciopero iniziato a mezzanotte di domenica si protrarrà per 4 giorni. Per quanto riguarda la mobilitazione odierna Trasportounito ha comunicato che la partecipazione al fermo nazionale dell’autotrasporto è “superiore a qualsiasi aspettativa”. I blocchi autostradali fotografano visivamente la risalita geografica della protesta. Dalla Salerno Reggio Calabria fino al porto di Napoli, i disagi sono arrivati in Emilia Romagna e perfino a Bergamo.

I camionisti stanno comunque rubando un po’ di scena ai tassisti, la categoria più agguerrita contro il decreto del governo. Lo sciopero di oggi era programmato da tempo, non va confuso con i picchetti improvvisati e i raduni al Circo Massimo dei giorni scorsi per i quali i conducenti sono sotto osservazione. Rischiavano e rischieranno, da domani, la precettazione o la denuncia per interruzione di pubblico servizio. L’agenda di scioperi e agitazioni è fittissima. I benzinai (divisi) stanno pensando a 10 giorni di stop suddivisi divisi in blocchi di massimo 3 giorni. Sul piede di guerra anche ferrovieri (dalle 21 del 26 gennaio previste 24 ore di sciopero per i lavoratori aderenti all’Orsa), farmacisti (mobilitazione il 1° febbraio) e avvocati (fermi sette giorni tra febbraio e marzo).