Scontri 1 maggio anti Expo: tre condanne e un’assoluzione

di Corinna Campanile
Pubblicato il 14 Giugno 2016 - 11:31| Aggiornato il 15 Marzo 2017 OLTRE 6 MESI FA
Scontri 1 maggio anti Expo: tre condanne e un'assoluzione

Scontri 1 maggio anti Expo: tre condanne e un’assoluzione

MILANO – Tre condanne e un’assoluzione. Si è concluso così il processo con rito abbreviato per la guerriglia urbana del 1 maggio 2015 a Milano durante un corteo contro l’Expo. L’accusa principale di devastazione, però, ha retto per un solo giovane antagonista che è stato condannato a tre anni e otto mesi, mentre altri due a pene fino a due anni e due mesi per il reati di resistenza a pubblico ufficiale. Un quarto antagonista è stato assolto da tutte le accuse e per lui e un altro imputato è stata revocata la misura degli arresti domiciliari.

In particolare, è stato condannato dal gup di Milano Roberta Nunnari a 3 anni e 8 mesi (per lui erano stati chiesti 5 anni e 8 mesi) Andrea Casieri (è ancora detenuto in carcere) con la concessione delle attenuanti generiche e per i reati di devastazione e incendio, resistenza a pubblico ufficiale e travisamento. Edoardo Algardi e Niccolò Ripani (per loro erano stati chiesti 4 anni e 4 mesi di reclusione) sono stati condannati, invece, rispettivamente a 2 anni e 2 mesi e a un anno e 8 mesi (pena sospesa) per il solo reato di resistenza, mentre per loro è caduta l’accusa principale di devastazione.

Per Ripani, tra l’altro, è stata revocata la misura degli arresti domiciliari ed è tornato libero, mentre la difesa di Algardi potrà chiedere la revoca dei domiciliari. Assolto, invece, da tutte le accuse, compresa la devastazione, Alessio Dall’Acqua, per il quale è stata revocata la misura degli arresti domiciliari. Il giovane, come hanno spiegato i difensori, era stato in carcere per circa 6 mesi. Le difese, rappresentate dai legali Eugenio Losco, Mauro Straini, Luigi Pelazza e Niccolò Vecchioni, hanno espresso soddisfazione per l’esito del processo, mentre la Procura ha accolto, comunque, positivamente il riconoscimento del reato di devastazione nel processo.

Le indagini, condotte dalla Digos e dal pm di Milano Piero Basilone, avevano portato all’arresto dei 4 giovani lo scorso 12 novembre dopo sei mesi di indagini su quel gruppo di circa 300 ‘black bloc’ che aveva messo a ferro e fuoco Milano con devastazioni che avevano fatto il giro del mondo nel giorno in cui si inaugurava l’Expo. Un quinto giovane milanese destinatario della misura cautelare è ancora latitante, mentre nello stesso blitz erano stati arrestati ad Atene anche cinque anarchici greci per i quali la Grecia, però, nei mesi scorsi non ha concesso l’estradizione non riconoscendo, in sostanza, il reato di devastazione e quella che l’autorità giudiziaria greca ha ritenuto un sorta di “responsabilità collettiva”.

Martedì il gup ha riconosciuto un risarcimento da quantificare in sede civile per Unicredit che era parte civile per due filiali danneggiate. Riconosciuto anche un risarcimento per danni di immagine da 15mila euro per il Ministero dell’Interno che era parte civile e che aveva chiesto 300mila euro. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni.