Guerriglia a Roma. Tutti fuori i 23 fermati, Alemanno: “Un’ingiustizia”. L’Anm: “No agli insulti”

Pubblicato il 16 Dicembre 2010 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA

Tutti fuori i ventitre fermati nella guerriglia a Roma nel giorno della fiducia al governo. Dopo una prima tornata di scarcerazioni in mattinata, sono tornati in libertà anche gli ultimi 11 manifestanti dei arrestati.

In totale il tribunale ha stabilito la rimessione in liberta’ di 22 manifestanti disponendo gli arresti domiciliari per il ventitreesimo. I fermi sono stati convalidati, dalla polizia fanno sapere che ”l’autorità giudiziaria abbia confermato la correttezza procedurale di chi ha eseguito i fermi in piazza”.

La X e la IV sezione penale hanno confermato gli arresti rimettendo in libertà senza misure restrittive Michele Borromeo, Martino Reviglio Della Veneria e Anna Chiara Mezzani (per loro il processo e’ stato fissato al 17 febbraio). Liberi anche Sacha Montanini, Angelo De Matteis, Nicola Corsini, Gerardo Moresella, Federico Serra, Andrea Donato, Alice Niffoi e Riccardo Li Calzi. La difesa di quest’ ultimo ha mostrato un video che riprende le fasi dell’arresto. Per questi ultimi, accusati, a vario titolo, oltre che di resistenza aggravata anche di lesioni, il processo è stato fissato al 15 febbraio. Nel provvedimento, il giudice della IV sezione scrive che ”appare necessario approfondire” il quadro delle accuse nei confronti dei fermati.

Il tribunale ha confermato gli arresti disponendo i domiciliari invece per Mario Miliucci (secondo l’accusa trovato con due sassi addosso). Il 32enne è il figlio di Vincenzo Miliucci, leader storico dell’autonomia operaia romana negli anni ’70: «Mio figlio è un ragazzo tranquillo, lo chiamano ‘l’inglesè per i suoi modi: lo accusano di aver imbrattato con dello spray una filiale di una banca e, dicono, di averlo fermato con due grosse pietre addosso». Ha spiegato l’avvocato Simonetta Crisci, madre dell’arrestato che questa mattina ha difeso il figlio di fronte al collegio giudicante. «Nel provvedimento – spiega la penalista – il giudice scrive che c’è il concreto pericolo di reiterazione del reato. Mario ovviamente ha negato di avere sassi con sé: nel verbale delle forze dell’ordine si parla di tre massi da oltre due chili l’uno, una cosa che non sta né in cielo né in terra». La penalista, raccontando del figlio, spiega che «non ha mai avuto problemi con la giustizia» descrivendolo come «un ragazzo tranquillo, assolutamente pacifico».

Per i primi undici liberati la decisione è stata presa dai collegi della V e II sezione penale del Tribunale capitolino dove sono in corso i processi per direttissima. Nel dettaglio il tribunale ha confermato la scarcerazione per i genovesi Dario Campagnolo, Emanuele Gatti e Fabrizio Ripoli (per loro ha stabilito il divieto di tornare a Roma), libertà senza misure per il cittadino francese Charlie Plaza, cosi’ come per Edoardo Zanetti, mentre per Patrizio D’Acunzo imposto l’obbligo di firma.

Il processo per loro è fissato il 23 dicembre. la prima sezione penale del Tribunale di Roma ha confermato gli arresti stabilendo l’obbligo di firma per Matteo Sordini e Alessandro Zeruoli mentre non ha stabilito alcuna misura nei confronti di Michele Lucani, Matteo Angius e Leo Fantoni. I fermati sono accusati, a seconda delle posizioni, di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato. Per loro il processo è stato fissato per il 13 giugno prossimo.

LA REAZIONE DEL SINDACO ALEMANNO “C’è una profonda sensazione di ingiustizia di fronte a queste decisioni perché i danni provocati alla città e la gravità degli scontri – ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno – richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati. Non è minimizzando la gravità di questi fatti che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostra città mentre è evidente che queste persone hanno dimostrato, soprattutto in un momento di grande tensione sociale quale quello che stiamo vivendo, di essere soggetti pericolosi per la collettività”. “C’è veramente da augurarsi – conclude – di non vedere queste persone di nuovo all’opera quando qualcuno, nei prossimi giorni, cercherà di contrastare le decisioni del Parlamento sulla riforma universitaria”.

LA REPLICA DELL’ANM AL SINDACO DI ROMA ”Non possiamo che ribadire che è legittima la critica ai provvedimenti dei magistrati, ma non lo sono gli insulti nei confronti dei giudici e dell’istituzione nel suo complesso”. Così  il presidente dell’Anm, Luca Palamara, ha risposto alle proteste di Alemanno.