Scudetto in piazza, recidivi alla meta. Passione ultrà non vuole pensieri

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 3 Maggio 2021 - 09:53 OLTRE 6 MESI FA
Scudetto in piazza, recidivi alla meta. Passione ultrà non vuole pensieri

Scudetto in piazza, recidivi alla meta. Passione ultrà non vuole pensieri FOTO ANSA

Scudetto in piazza, ieri è toccato all’Inter e a Milano. Trentamila ad abbracciarsi, letteralmente abbracciarsi, per scambiarsi la gioia dello scudetto vinto. Trentamila a gridare in saltellante cantilena “i campioni siamo noi!”. Trentamila a voler proprio quello: far folla. Far folla per sentirsi davvero felici di uno scudetto, far folla per sentirsi davvero contenti. Folla e festa dell’Inter, in omaggio e in ossequio all’obbligo di portare in piazza la liturgia dello scudetto vinto. A domanda, sentimento e passione ultra risponderebbero: obbligo d’onore e amore.

Ieri a Milano. E anche a Manchester e anche a Roma…

Trentamila ieri a far folla e festa interista a Milano, una Milano già piena di piccole ma nutrite folle da passeggio e consumo. Lo scudetto in piazza ad aggiungersi, a sommarsi in coda ad un fine settimana che ovunque in Italia non è stato quasi come un week-end di quelli di prima, di prima della pandemia. Non quasi come, ma di più. Non un week end normale nelle strade e nelle piazze e dove si poteva comprare, mangiare, bere, avvicinarsi, essere in tanti. No, di più, più che in un week-end normale di prima noi tutti o quasi.

A Milano i trentamila non sono stati l’eccezione della domenica, sono stati soltanto un’esagerazione quantitativa del tutti fuori di casa, appassionatamente. Ma nella passione ultra c’è un qualcosa di non scalfibile, come un diamante. Ieri anche a Manchester: erano di meno ma erano comunque volutamente folla. A protestare in gruppo contro la proprietà dello United rea di aver trescato con la Super Lega. Facevano volutamente folla e massa. E appena pochi giorni fa la folla ultrà della Roma, a salutare la squadra che andava a Manchester (malissimo gliene incolse). Con cori, canti, striscioni, presidi. Ancora una volta tutti insieme appassionatamente.

Recidivi e invulnerabili

Le tifoserie, anzi più in generale il calcio, sono più che recidivi nel radunarsi come se contagio non ci fosse. I tifosi lo fanno come possono e infatti vanno spesso a far folla fuori dagli stadi chiusi. Le società di calcio lo fanno premendo e pigolando per avere stadi riaperti al pubblico. Perfino i giocatori, che pur si contagiano a decine e decine, non evitano abbracci e mucchietti di umani saltellanti di gioia al gol segnato e non subito. Sono invulnerabili, non al Covid. Sono invulnerabili al virus di un doppio pensiero: come essere tifosi in festa e insieme umani contagiabili ed eventualmente contagiosi. La passione ultrà non vuole pensieri…e neanche pensare.

Confcommercio Milano lamenta

Confcommercio Milano lamenta: noi negozi chiusi per non far folla, loro liberissimi di fare molta più folla. Vero, ma cosa doveva fare la Polizia, caricare e sciogliere i trentamila? Impossibile, impraticabile e, sotto una certa angolazione, perfino ingiusto. Se a decine e decine e decine di migliaia la gente rifiuta il peso del pensarci sopra almeno un po’ non c’è legge, divieto e polizia che tenga. La Polizia con i trentamila della festa scudetto Inter in piazza ha fatto come si sta facendo con i non pochissimi ristoranti e bar che tengono aperto quando dovrebbe essere chiuso: poco e nulla. Quel poco e quel nulla che si può fare quando un organismo (anche la società è a suo modo un organismo) smarrisce o trova troppo arduo il pensiero e la cura della propria sopravvivenza.