Scuola 14 settembre. Un positivo basterà per mandare tutti a casa? No, ma una classe in quarantena sì

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Agosto 2020 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Scuola 14 settembre

Scuola 14 settembre, cosa succede se c’è un positivo (Ansa)

“Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano”. Il post del ministro Lucia Azzolina è chiaro, il tema, tuttavia, preoccupa.

Scuola 14 settembre: come si reagirà  di fronte alla positività di uno studente o di un professore, la scuola resterà aperta o chiuderà immediatamente?

Il Comitato tecnico scientifico del governo non ha ancora fornito una indicazione univoca, si riunirà domani 19 agosto.

Scuola 14 settembre: i presidi aspettano che il Cts si pronunci

Intanto i presidi, in attesa del pronunciamento, si portano avanti e redigono un vademecum per l’inizio dell’anno scolastico che contiene anche le linee guida del Protocollo di sicurezza del ministero dell’Istruzione.

Al suo interno c’è anche la previsione di un locale interno ad ogni scuola per l’accoglienza degli eventuali casi sintomatici di coronavirus.

No automatismi, ma una classe può finire in quarantena

Il contagiato verrà isolato lì, quindi scatterà la catena di controlli per risalire ai contatti degli ultimi giorni. Si potrà arrivare alla messa in quarantena dell’intera classe, che proseguirebbe con la didattica a distanza per i successivi 14 giorni.

In ogni caso nessun automatismo. “Un singolo caso in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata”, si legge nel documento.

“Se ci sarà un caso positivo all’interno di una scuola bisognerà valutare la chiusura dell’istituto solo di concerto con l’autorità sanitaria, cioè la Asl – dice il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli – .

E dopo avere valutato le circostanze. Non ci possono essere regole generali né ci si può affidare esclusivamente a parametri numerici” .

“Rivedere la responsabilità penale dei presidi”

Giannelli chiede anche di “rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro.

Il covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla – spiega -.

Non parliamo di scudo penale perché quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori”.

Se i dati non saranno buoni rischio slittamento a dopo le elezioni

Il ministro dell’Istruzione Azzolina assicura che il 14 settembre le scuole riapriranno. Ma se i dati non saranno incoraggianti, uno dei timori è che l’anno scolastico potrebbe slittare, almeno in presenza, a dopo le elezioni.

Ma si tratterebbe solo di un’estrema ratio. Certo è che in Francia e Germania le scuole hanno aperto ma poi richiuso.

Anche perché “per sua stessa natura la scuola è sinonimo di socialità, non è fatta per l’isolamento, c’è per forza un aumento del rischio” con 8,5 milioni di alunni che si ritrovano”, fanno notare i presidi. (fonte Ansa)