Scuola/ Classi miste: l’impossibile soluzione 30 per cento

Pubblicato il 25 Marzo 2009 - 13:19 OLTRE 6 MESI FA

Napoli, quartiere Mergellina: le mamme irrompono in una scuola elementare e portano via, con angosciata furia, i propri figli. Si era saputo che una bambina di nove anni era stata ricoverata in ospedale per una forma lieve di tubercolosi. I medici avevano assicurato: la bimba non è contagiosa. Ma l’ansia e la preoccupazione delle mamme comprensibilmente non si era placata. Fin qui tutto comprensibile appunto.

Se non fosse che la bimba è una bimba rom e le mamme hanno anche chiesto, anzi urlato che bambini rom in classe con i loro figli non ne vogliono più. Hanno spintonato bidelli, hanno interrotto le lezioni, hanno gridato il loro no. E’ solo uno dei tanti episodi simili che si registrano nelle scuole italiane. La questione delle classi “miste” tra italiani e stranieri sta montando nei numeri e nelle passioni e pulsioni popolari. Il ministro Gelmini ha tentato di rispondere con una circolare che comanda: il 30 per cento di stranieri e non di più in ogni classe.

Ma la realizzazione pratica della circolare è quasi impossibile: gli stranieri sono concentrati nelle scuole dei quartieri in cui risiedono, qui superano il 30 per cento. In altri quartieri la loro percentuale è invece più bassa, molto lontana da quella cifra. Per equiparare tutti al 30 per cento occorrerebbe ogni giorno un trasporto incrociato tra i quartieri delle città. Impensabile, impossibile.