Scuola, rischio chiusura in tutta Italia. Un Decreto al giorno non leva coronavirus di torno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2020 - 10:15 OLTRE 6 MESI FA
Scuola e Coronavirus, rischio chiusura in tutta Italia. Un Decreto al giorno non leva coronavirus di torno

Scuola, rischio chiusura in tutta Italia. Un Decreto al giorno non leva coronavirus di torno (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Scuola, rischio chiusura in tutta Italia. “Non possiamo escluderlo” ha detto Giuseppe Conte facendo il punto della situazione complessiva del contagio. Situazione che buona non è. Non buona, però neanche drammatica o pessima. C’è un dato, di certo non buono: il contagio (si è arrivati al 3 marzo a 2503 contagiati) prosegue con un rapporto di incremento uno a due, se non qualcosa in più. Questo rapporto non è tale da poter dire contagio arrestato o almeno rallentato.

Il contagio deve diventare uno a uno e poi calare. Perché a nove giorni dalle misure di contenimento il contagio viaggia ancora a velocità uno a due se non più? C’è un perché da scenario ottimistico/realistico: si stanno ammalando quelli contagiati dieci giorni fa quando le misure di contenimento non c’erano. Quindi centinaia di nuovi contagiati oggi e ancora domani sono il famoso picco della curva del contagio, Poi si comincerà a scendere, tra tre o quattro giorni al massimo.

Ma c’è anche un perché pessimistico altrettanto realistico: il contagio montante non è solo la coda dei contatti con coronavirus vecchi di dieci giorni, il contagio montante è anche figlio di misure di contenimento che appaiono drastiche ma non lo sono del tutto e che non possono quindi essere né allentate né rimosse.

Il parere dei medici e degli epidemiologi è che non si vedono le condizioni per riaprire tutte le attività al Nord. Scuole, uffici, cinema, palestre…C’è in Lombardia e Veneto ed Emilia e in genere in tutto il Nord pressione e speranza perché da lunedì prossimo si riapra. Ma non ci sono ad oggi le condizioni appunto epidemiologiche. Ad oggi sembra esserci invece la necessità di una ulteriore Zona Rossa di esclusione nel bergamasco. E ad oggi sembra esserci il rischio concreto di chiusura delle scuole in tutto il paese.

Casi di contagio da coronavirus ormai in tutte le Regioni d’Italia, nessuna esclusa. La gran parte, se non tutti, finora riconducibili ai due focolai del lodigiano ed euganeo. Contatti e poi contagio portato in altre Regioni. Ma questo vuol dire, ovviamente, che i movimenti della popolazione trasportano coronavirus. Se così è e così continua, l’esigenza allora di ridurre la quantità dei contatti, a partire dalle scuole.

Il governo rincorre il coronavirus. Sta per arrivare un terzo decreto, decreti si rincorrono al ritmo di uno ogni due, tre giorni. Ma, purtroppo, un Decreto al giorno non leva il coronavirus di torno. Anticipazione sul Decreto numero tre raccontano che il governo assumerà nel Decreto (in che forma?) quelle che sono raccomandazioni sanitarie e consigli di comportamento collettivo. Non stringersi la mano, evitare abbracci, restano a un metro e mezzo di distanza l’uno dall’altro…Buon senso, buone pratiche anche se di molto problematica traduzione in comportamenti reali. Un metro e mezzo di distanza in metro, bus, ascensore, coda, bar..?

E poi il consiglio agli anziani di restare il più possibile in casa perché un eventuale contagio è per loro più pericoloso…Anche qui, buon senso e buona pratica ma non è proprio come consigliare di lavarsi le mani, restare a casa per una trentina di giorni uscendo solo per procurarsi il cibo? Come che sia, non son cose da Decreto, eppure si racconta, probabilmente non senza una qualche ignoranza su cosa sia un Decreto Legge, che saranno…decretate.

Nel Decreto numero tre più probabile, plausibile e corretto arrivi la sospensione per trenta giorni di una serie di attività ad alta intensità di contatti: congressi, fiere, spettacoli, sport. Niente partite di calcio con pubblico per un mese, per capirci. Ma non solo partite di calcio ovviamente, niente programmate e organizzate occasioni di folla, di qualunque natura.

Con l’interrogativo, per ora senza risposta ma ora neanche nascosto, se tutto questo non debba essere esteso anche al resto d’Italia. Seguirà Decreto numero quattro, a fine settimana. Quasi certamente dirà che Lambardia, Veneto ed Emilia resteranno senza scuole ed altro per la terza settimana di fila. Per il resto d’Italia dipende da quanto e dove coronavirus avrà corso. Governo rincorre.