Tutti a casa e in Dad anche con un solo positivo in classe, la retromarcia verso il massimo di danno possibile agli studenti con il minimo di rischio contagio è partita e probabilmente arriverà al traguardo. Lo schermo e l’alibi presentato è quello dell’aumentare del contagio particolarmente tra bambini e ragazzi. Ma è altro quel che induce Ministeri (Istruzione e Sanità) a scaricare su studenti e famiglie le inefficienze e le indisponibilità di Asl e istituti scolastici. Sembravano aver perso il pelo, non il vizio.
L’interesse primario, il dovere dei servizi pubblici
Interesse primario e predominante era stato individuato nel tenere le scuole aperte e in presenza. Interesse primario degli studenti, interesse primario del paese, della collettività. Ma le Asl sono lente nel disporre e praticare tamponi, i responsabili scolastici sono lesti nell’evitare di restare intrappolati in qualche responsabilità e le pruriginose burocrazie sono abili nel normare tutto e il suo contrario.
Esempio: la quarantena ha durata diversa per chi è vaccinato e chi non lo è, ma chi è vaccinato e chi non lo è non si può saper per questione di privacy…Spesso le Asl ci mettono giorni al plurale e non un giorno singolo a fornire i tamponi ufficiali e il loro esito e allora come si fa a sapere se il positivo è uno solo o più d’uno in una classe? E molto spesso, per non sape né leggere tanto meno scrivere, presidi e consigli d’istituto scelgono la via più facile, oltretutto presentandola come la più sicura: tutti a casa, tutti in Dad. Sottraendosi, letteralmente al primo positivo, al dovere di garantire il servizio pubblico.
La Asl è salva, i suoi dirigenti e lavoratori spiegheranno che più di così non ce la fanno, i lavoratori della scuola sono salvi, non si prendono la responsabilità di tener aperto, la scuola…La scuola, l’istruzione, la formazione? Si salveranno un’altra volta, magari. In Italia l’interesse primario e fondamentale nulla può a confronto e contrasto con i bisogni, le garanzie, le guarentigie e l’auto tutela suprema delle categorie.