Scuola, immigrati esclusi dall’iscrizione online? Il ministero: “Falso”

Pubblicato il 25 Gennaio 2013 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Per iscrivere i figli a scuola quest’anno i genitori possono fare la domanda online. Basta inserire, tra gli altri dati, il codice fiscale. Già, ma gli immigrati senza permesso di soggiorno, che il codice non ce l’hanno, come fanno? Per legge il diritto all’istruzione è garantito a chiunque soggiorni sul suolo italiano, anche a quei bambini o ragazzi figli di genitori irregolari. Non potranno iscriversi questi ragazzi? Molti hanno lamentato questo intoppo nella procedura online, ma il ministero rassicura: i genitori senza permesso possono andare direttamente in istituto a iscrivere i figli.

Il ministero ha diffuso un apposito comunicato alla luce di una dichiarazione del segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, il quale, a questo proposito, ha affermato che le iscrizioni on line mettono a rischio l’universalità del diritto all’istruzione. ”Contrariamente a quanto affermato da Pantaleo, la procedura di iscrizione on line – spiega viale Trastevere – non incide in alcun modo, e in ogni caso non potrebbe farlo, sull’universalità del diritto all’istruzione. Proprio per garantire a tutti gli studenti il diritto dovere di istruzione, come specificato dal comunicato diramato nella serata di ieri e già pubblicato nella home page del sito del Ministero, si ribadisce che i genitori di questi studenti devono recarsi presso le segreterie degli istituti scolastici che provvederanno ad acquisire le domande di iscrizione. Del resto, le scuole hanno già a disposizione e utilizzano da tempo una procedura automatizzata per l’iscrizione per questi casi”. Il ministero ribadisce pure che continua ad essere valida la possibilità di un’unica registrazione per il genitore che ha più figli da iscrivere. Per quanto riguarda l’attività di acquisizione delle domande, il ministero assicura che ”procede in maniera del tutto regolare anche grazie al continuo monitoraggio e al potenziamento delle capacità di ricezione”.