Scuola: l’Italia spreca talenti. Gli alunni bravi sono trascurati. Il problema è la tendenza a “mandare avanti” tutti

Pubblicato il 8 Luglio 2009 - 19:47 OLTRE 6 MESI FA

«La scuola italiana ha finito per trascurare i migliori. Ed è un grande peccato: i talenti non riconosciuti alla fine si perdono perché il talento si nutre di lavoro, stimoli e interesse». Così Luciano Modica, ex segretario all’Università e alla ricerca nel governo Prodi commenta i numeri del pianeta scolastico in un’intervista rilasciata al Messaggero. «Tra gli studenti italiani – spiega il professore – ci sono ragazzi eccezionalmente dotati, a livelli altissimi il nostro paese non sfigura. Il problema è che a livelli medio alti e medi siamo malmessi, soprattutto nelle competenze matematiche e scientifiche».

Ecco alcuni dati: su 500mila studenti che hanno superato gli esami di maturità nel 2008 solo 3.862 hanno preso 100 e lode; tra gli istituti ad avere le migliori performance è lo scientifico dove si concentra il maggior numero di voti massimi, a seguire il liceo classico; un insegnante di ruolo su due ha un età compresa tra i 50 e i 59 mentre è alta pure quella dei precari. Alcuni di loro hanno compiuto i 50 anni in attesa del posto.

Ehtel Serravalle, sottosegretario all’Istruzione nel 1995, crede che la scuola italiana abbia la propensione nel mandare comunque avanti gli studenti. Questo, secondo la studiosa di didattica, frenerebbe le persone brave e dotate di più talento. «Quando si avrà la garanzia che i ragazzi concludono un ciclo con le competenze necessarie, allora e solo allora si potrà cominciare a fare un discorso sulle differenti velocità degli alunni».

Per ottenere ottimi risultati, secondo la Serravalle, servono insegnanti preparati e «bisognerebbe verificare quali sono i docenti in grado di insegnare agli altri queste particolari metodologie. Ma da troppo tempo niente nella scuola viene verificato, da 40 anni andiamo avanti a naso».