Scuola. Concorsi storti e ricorsi a pioggia bloccano assunzioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Settembre 2013 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA
Scuola. Mancano 1124 presidi vittime di concorsi e ricorsi

Scuola. Mancano 1124 presidi vittime di concorsi e ricorsi

ROMA – Scuola. Mancano 1124 presidi vittime di concorsi e ricorsi. Nella scuola italiana mancano 1124 presidi , il 12,5% del totale. Mancano perché, tra concorsi fatti male per colpa dell’amministrazione e la valanga di ricorsi che ogni anno seppellisce 20 sedi dei Tar regionali, non si riesce ad assumerli e impiegarli come necessario. In Lombardia, dove è concentrato il 35% della carenza di presidi, mancano 329 presidi su 1118 scuole. Il concorso di due anni fa, insieme a vari ed eventuali altri problemi, ha bloccato le assunzioni. Il perché, almeno in questo caso, ce lo spiega Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, con la descrizione surreale di come sia stato condotto.

Dice il perito che i nomi dei candidati erano leggibili «in condizioni di luce media del giorno a cielo coperto all’interno di un locale non illuminato artificialmente». In alternativa, sarebbe stato sufficiente usare «una lampada da tavolo come piano visore». Anche piuttosto fioca: 28 watt.
Per dirla più semplicemente, le buste che accompagnavano i compiti, con dentro i dati anagrafici dei loro autori, erano trasparenti. E poco importa se erano state acquistate, come hanno fatto presente i legali del ministero, con regolare procedura Consip. Il fatto è che ci si vedeva attraverso, e chiunque avrebbe potuto leggere il nome del candidato dentro la busta. Così al giudice del Tar prima, e poi a quello del Consiglio di Stato, non è rimasto altro che annullare il concorso per i presidi della Lombardia, cui avevano fatto ricorso in 120 dei circa 500 partecipanti.

Concorsi che falliscono appena cominciati. Va aggiunto, però, che nessuno, dicasi nessuno, tra i candidati respinti al concorso rinuncia a fare ricorso, perché, in fondo, può ragionevolmente sperare che un giudice del Tar, un parere del Consiglio di Stato ribalti l’esito del concorso, ne infici la legittimità, qualsiasi cosa. Col risultato che la marea di ricorsi inonda l’apparato, facendo lievitare i costi di amministrazione, consentendo poco motivate infiltrazioni politiche. Come il caso della senatrice abruzzese del Pdl Paola Pelino che sostiene la battaglia dei concorrenti al posto di dirigente scolastico bocciati: fino a che non si chiude definitivamente il contenzioso con la giustizia amministrativa (anni se va bene) che gli sia confermato l’incarico. Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha annunciato che riporterà al centro tutti i concorsi.