Scuola, la busta trasparente che blocca i presidi: annullati i concorsi

Pubblicato il 31 Agosto 2012 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Tra buste trasparenti e domande sbagliate le scuole italiane rischiano di rimanere senza presidi. Solo in Lombardia le scuole senza dirigenti sono 575 sulle 1.227 della Regione. Il concorso per presidi è stato annullato il 18 luglio da una sentenza del Tar della Lombardia, confermata anche dal Consiglio di Stato. Il concorso nazionale  del 2011 invece sarà considerato non valido, almeno fino alla decisione del Tar del Lazio attesa a novembre. E intanto per far fronte all’emergenza i presidi si trovano a dirigere più di un istituto “senza prendere un centesimo in più”, come ha sottolineato Gianni Carlini della Cgil scuola.

BUSTE TRASPARENTI – Il Tar della Lombardia è stato chiaro: quelle buste troppo sottili non garantivano l’anonimato dei candidati. Il risultato? Il concorso è stato annullato e la Regione, che già era in deficit di 406 dirigenti, non potrà sperare nemmeno nei 355 che sarebbero stati nominati attraverso il nuovo concorso. A nulla è servito spiegare che le buste, ree di eccessiva trasparenza, erano state acquistate attraverso Consip, la piattaforma ufficiale per gli acquisti della pubblica amministrazione.

DOMANDE SBAGLIATE – Il concorsone nazionale per presidi del 2011 si è poi rivelato una “figuraccia” per l’ex ministro dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, costretta a ritirare 1000 quesiti errati dalla lista dei 4mila da cui sarebbero stati presi i 100 del concorso. E ora il Tar del Lazio si ritrova a dover decidere, con udienza fissata a novembre 2012,  sul ricorso degli 8mila aspiranti presidi che contestato le domande sbagliate.

Lucrezia Stellacci, dirigente del ministero dell’Istruzione, ha però sottolineato che se anche il concorso sarà annullato, i 1000 presidi nominati in Italia potrebbero non perdere il loro incarico: “Cercheremo di consolidare comunque le loro posizioni nell’ottica della conservazione degli atti”.

PRESIDI CERCASI – Se in Lombardia una scuola su 2 è senza preside, la situazione non va meglio in Umbria e Toscana, dove le regioni attendono il giudizio del Tar della Basilicata sui ricorsi presentati. Il Consiglio di Stato della Calabria invece ha già deciso per l’annullamento del concorso, ma il danno sarà minimo: la regione infatti non avrebbe comunque avuto posti da assegnare.

E così i pochi presidi rimasti devono dividersi tra differenti scuole, come ad esempio il preside Carlo Viara, che tra Desenzano e Gargnagno, nella provincia di Brescia, si trova a dirigere ben 18 scuole. Viara, racconta al Corriere, deve gestire 2.700 alunni, 230 insegnati e 50 tra impiegati e bidelli.

Un lavoro enorme, per Viara e per gli altri in situazioni analoga alla sua, che però non sarebbe ricompensato in maniera adeguata. I dirigenti si prendono cura anche degli istituti “orfani”, secondo Carlini, “senza prendere un centesimo in più”. Tutta, o quasi, colpa dei tagli che hanno penalizzato le scuole italiane, che ora si trovano con meno di 8.000 rispetto ai 10 mila precedenti.