Scuola, test Invalsi al via dal 6 maggio. Sciopero Cobas

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2014 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA
Scuola, test Invalsi al via dal 6 maggio. Sciopero Cobas

Scuola, test Invalsi al via dal 6 maggio. Sciopero Cobas

ROMA – Test Invalsi al via per oltre due milioni di alunni italiani. Si inizia il 6 maggio e si finisce il 19 giugno. I test per la valutazione delle competenze in italiano e matematica dovrebbero servire ad individuare i punti critici del sistema scolastico nazionale e ad eliminare le differenze tra i diversi territori. Ma i Cobas protestano e indicono scioperi per il 6, 7 e 13 maggio. Quest’anno, spiega Salvo Intravaia su Repubblica, si parte con gli alunni delle seconde e quinte elementari: martedì 6 maggio affronteranno la prova preliminare di lettura (decodifica strumentale) e quella di italiano, mentre mercoledì 7 maggio sarà il giorno della prova di matematica e del questionario studente sulle informazioni del contesto di provenienza degli alunni. Il 13 maggio toccherà agli studenti del secondo anno delle scuole superiori: in un solo giorno affronteranno le prove di italiano, di matematica e il questionario studente. Il 19 giugno ci sarà invece la prova nazionale degli studenti di terza media Contrari ai test Invalsi il sindacato dei Cobas, che hanno indetto degli scioperi il 6 e 7 maggio nella scuola dell’infanzia ed elementare, il 13 maggio alle medie e superiori.

“Errare è umano, perseverare diabolico: Giannini insiste con gli indovinelli. Contro la scuola-quiz e la scuola miseria, scioperiamo e boicottiamo i quiz Invalsi il 6 e il 7 maggio e il 13 maggio con manifestazioni provinciali”.

Difende le prove il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: 

“La valutazione è una parola d’ordine a cui non posso e non devo rinunciare. Invalsi è uno strumento importante, sicuramente come tutte le cose può essere migliorato ma prima di tutto va messo a sistema. C’era un regolamento che non era stato attuato e noi lo stiamo attuando, e dall’anno scolastico 2014-2015 diventerà diffuso in tutte le scuole italiane. Io credo che più che discutere e contestare l’esistente si debba insieme, mondo della scuola, insegnanti e dirigenti scolastici e ministero, lavorare affinché lo strumento di valutazione diventi la chiave di soluzione e di cambiamento radicale della figura dell’insegnante, della sua valorizzazione, di premiare chi lavora di più e anche di non premiare chi lavora di meno”.