Scuolabus classista, sale solo bimbo che paga a Lucca, Lodi, Viterbo…

Pubblicato il 6 Maggio 2013 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA
Scuolabus classista, sale solo bimbo che paga a Lucca, Lodi, Viterbo…

LUCCA – Se non paghi lo scuolabus non sali. Dopo la mensa negata ai bimbi insolventi ora anche lo scuolabus diventa “classista”, scrive Repubblica. L’episodio arriva da Lucca, dove un conducente ha vietato a due bambini di 9 e 11 anni di salire a bordo. Il motivo? I genitori non avevano pagato l’ultimo mese di abbonamento.

Ma Lucca è solo una delle tante storie di bimbi a cui lo scuolabus non spetta, scrive Corrado Zunino su Repubblica:

“A Viterbo, si è scoperto a ottobre, la madre rumena di due bimbi di 4 e 6 anni tutti i giorni accompagna i figli a scuola a piedi: sei chilometri all’andata, sei al ritorno. Lei non ha la patente e i figli non hanno il certificato di residenza: «Lo scuolabus non le spetta», le hanno detto i servizi sociali del Comune”.

I comuni hanno problemi di soldi e devono batter cassa e così i primi tagli vanno sui servizi della scuola, con mensa e scuolabus tagliati, come accaduto anche a Brescia, dove il sindaco Adriano Paroli, Pdl, ha tolto il servizio a 90 bimbi rom e sinti dei campi nomadi della città, che per andare a scuola percorrono ora 4 chilometri a piedi lungi la tangenziale. Ma le storie di scuolabus “classisti” interessano tutta l’Italia:

“Nel Milanese, comprensorio di Vizzolo Predabissi, il Comune aveva tolto il servizio a una ragazzina in età dell’obbligo, disabile. Non poteva pagare. Il Tar di Milano ha ordinato al municipio di provvedere al trasporto, dato che «il diritto del disabile all’istruzione si configura come un diritto fondamentale»”.

E ancora il comune di Lodi, scrive Repubblica:

“Il Comune di Lodi ha deciso che dalla prossima stagione il van per gli alunni non sarà più gratuito. Le tariffe si scopriranno in estate, ma i nuovi regolamenti prevedono che i genitori debbano dimostrare di non essere in condizioni di accompagnare i figli a scuola e chi non sarà in regola con le rette e la mensa non avrà diritto allo scuolabus”.

Poi ci sono gli aumenti del costo del servizio da Chieti a Grosseto, fino a Sciolze, nella provincia di Torino. A Rende, in provincia di Cosenza, un autista è stato sospeso:

“La contabilità scassata delle municipalità italiane si scarica sugli adolescenti e a Rende è stato sospeso l’autista del pulmino scolastico che aveva fatto scendere un ragazzino di dieci anni che non poteva pagare il biglietto: il padre non riceve stipendio da mesi lavorando per la Giseco, società in liquidazione che gestisce il depuratore di Cosenza”.

Infine ci sono le battaglie tra le diverse città, come nel caso di Cavarzere, in provincia di Venezia, e Loreo, in provincia di Rovigo:

“L’amministrazione di Loreo ha scelto di far pagare l’abbonamento mensile al trasporto scolastico solo 28 euro, il municipio avversario è rimasto a quota 45 euro e così molti genitori — per risparmiare — hanno accettato di scavallare provincia e cambiare scuola. Cavarzere, però, ha difeso la sua offerta: «I nostri mezzi sono euro 4 e con l’aria condizionata»”.