Scuole aperte in estate: laboratori facoltativi fino a fine luglio, l’idea del ministro Bianchi per “tamponare” le chiusure di ora

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 18 Marzo 2021 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA
Scuole aperte in estate: laboratori fino a fine luglio, l'idea del ministro Bianchi per "tamponare" le chiusure di ora

Scuole aperte in estate: laboratori fino a fine luglio, l’idea del ministro Bianchi per “tamponare” le chiusure di ora (Foto d’archivio Ansa)

Scuole aperte in estate. Laboratori fino a fine luglio. E’ questa l’idea del ministro dell’Istruzione Bianchi. Idea per provare a recuperare in parte (a tamponare almeno) le ore perse per le scuole chiuse. Un modo per ridare alla scuola quella dimensione di comunità che, per forza di cose, la didattica a distanza ha fatto perdere.

La Dad è stata un incubo per docenti, alunni e famiglie degli studenti. E’ stata necessaria e, per certi versi, ha salvaguardato la continuità dell’offerta didattica. Ma alla lunga è stata devastante. Pensate a studenti che quest’anno si diplomano e che negli ultimi due anni hanno fatto sì e no 5-6 mesi in presenza. Oppure a chi si è iscritto alla scuola media o alla scuola superiore e non ha praticamente mai visto dal vivo prof e compagni. Una tragedia educativa e sociale, un’apocalisse generazionale.

Abbiamo assistito per mesi a una campagna mediatica sulle scuole da chiudere perché aumentano la trasmissione dei virus. E’ vero? In parte sì, forse. E’ sicuramente forzato. Le scuole, come tutti i luoghi chiusi, sono dei potenziali focolai. Ma sono anche dei cluster chiusi. Il tracciamento è più facile che in altri posti (ristoranti, cinema) in cui non sai con chi condividi lo spazio e l’aria. Però le scuole non fanno Pil, e allora è più facile chiuderle. Poco importa se la Next Generation di cui tutti si riempiono la bocca dovrà convivere a lungo coi buchi educativi causati dalle scuole chiuse.

Scuole aperte in estate: l’idea dei laboratori a luglio

Alunni e docenti forse potranno svolgere “attività di laboratorio e di socializzazione” fino a fine luglio. L’idea, attribuita da alcuni giornali (come il Corriere della Sera) al ministro Bianchi, sarebbe pensata “per creare una continuità nella vita dei ragazzi e per il rafforzamento delle competenze” in vista del ritorno alla normalità. Non si conoscono ulteriori dettagli se non, dicono i soliti rumors, che non dovrebbe esserci obbligo di frequenza.

Scuole aperte dopo Pasqua: l’obiettivo di studenti e genitori

L’obiettivo è tornare a scuola dopo Pasqua. Lo chiedono associazioni, comitati, studenti, genitori ed anche numerosi parlamentari di vari schieramenti. Parole chiare arrivano dai due sottosegretari all’Istruzione. “Non appena i dati lo consentiranno, auspicabilmente subito dopo Pasqua, insieme al ministro Bianchi dovremo avviare una rapida riflessione sull’opportunità di riaprire le scuole. Quantomeno quelle dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado: gli studenti di queste fasce di età stanno pagando un prezzo altissimo”. Lo dice il sottosegretario leghista Rossano Sasso.

Che indica una strada: “Vanno immediatamente messe a disposizione risorse per diminuire il rischio di contagio nelle nostre scuole: il Covid si combatte con i vaccini, il tracciamento di tutti i soggetti che fanno parte del mondo scolastico, la realizzazione di impianti di aerazione e sanificazione degli edifici. Senza dimenticare la riduzione del numero di studenti per classe”.

Dice di essere al lavoro “per permettere al più presto ai nostri ragazzi di tornare a frequentare la scuola in presenza” anche l’altra sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia (M5S): ” È fondamentale, lo pensiamo tutti”. Dal governo è la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti che fa sapere di lavorare con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi “sulla valutazione di riaprire con regole ulteriori, eventualmente a turni”, le scuole per i più piccoli.

Scuole aperte: l’obiettivo di Miozzo

Intanto al Ministero è arrivato Agostino Miozzo, fino a pochi giorni fa coordinatore del Comitato tecnico scientifico. Ha l’incarico di supportare il ministero nella costruzione di un sistema di dati sulla pandemia e il sistema scolastico.

“Si è valutata la necessità di supportare il ministero – ha detto nei giorni scorsi lo stesso Miozzo – , per quella che è la mia esperienza, per preparare la riapertura delle scuole. C’è moltissimo lavoro da fare per le settimane e i mesi a venire e per affrontare la complessità di una pandemia che ha imposto scelte difficili”.