Scuole chiuse, anche in Regioni gialle e arancioni se ci sono più di 250 casi ogni 100 mila abitanti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2021 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
Scuole chiuse in Regioni gialle e arancioni se ci sono più di 250 casi ogni 100 mila abitanti

Scuole chiuse in Regioni gialle e arancioni se ci sono più di 250 casi ogni 100 mila abitanti (Foto Ansa)

Scuole chiuse nelle Regioni in zona rossa e facoltà, nelle altre Regioni gialle e arancioni, di chiudere gli istituti se si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti. E’ la linea decisa nella cabina di regia a Palazzo Chigi in vista del nuovo dpcm Covid, a quanto si apprende da diverse fonti di governo.

Questa soluzione recepisce in sostanza le indicazioni del Cts sulle scuole e porta alla chiusura anche delle elementari e delle medie. Ci sarà quindi il ritorno alla didattica a distanza, nelle aree rosse e ad alto contagio.

Scuole chiuse, in presenza meno della metà dei giorni previsti

Gli studenti italiani si sono trovati a frequentare le loro scuole anche per molto meno della metà dei giorni teoricamente previsti. E’ quanto emerge dal Rapporto Save The Children nel quale sono stati presi in considerazione 8 capoluoghi.

Da settembre 2020 a fine febbraio 2021, i bambini delle scuole dell’infanzia a Bari hanno potuto frequentare di persona 48 giorni sui 107 previsti. I loro coetanei di Milano che sono stati in aula tutti i 112 giorni. Gli studenti delle scuole medie a Napoli sono andati a scuola 42 giorni su 97. Quelli di Roma sono stati in presenza per tutti i 108 giorni previsti.

Scuole chiuse, i dati delle superiori

Per quanto riguarda le scuole superiori, i ragazzi e le ragazze di Reggio Calabria hanno potuto partecipare di persona alle lezioni in aula per 35,5 giorni contro i 97 del calendario, i loro coetanei di Firenze sono andati a scuola 75,1 giorni su 106. La pandemia che lo scorso anno ha costretto gli studenti a interrompere bruscamente la loro presenza a scuola tre mesi prima della conclusione dell’anno scolastico, ha duramente segnato anche nel 2020/21 la loro possibilità di frequentare le aule scolastiche.

I dati evidenziano forti differenze fra le città, legate all’andamento del rischio di contagio così come alle differenti scelte amministrative. I numeri rilevati si riferiscono alle giornate scolastiche vissute in presenza, evidenziando quei territori dove gli studenti hanno fruito di periodi più lunghi di didattica a distanza. Con le difficoltà che questo ha comportato in termini di accessibilità e per la perdita di opportunità relazionali dirette tra pari e con i docenti.