ROMA – Carola Rackete “meriterebbe il Nobel per la pace”. Ne è convinto padre Alex Zanotelli che parlando all’Adnkronos prende le difese della comandante della Sea Watch 3, ora ai domiciliari per aver attraccato senza autorizzazioni al porto di Lampedusa, dopo 16 giorni di braccio di ferro col governo italiano.
Il padre missionario, che già in passato si è trovato a bacchettare il leader della Lega Matteo Salvini, non perde occasione per tornare alla carica: “C’è voluta una donna tedesca – ha detto – per mettere in crisi e sparigliare le carte al ministro Salvini, una ragazza tedesca dai grandi valori, una donna straordinaria che ha avuto tutto dalla vita e ora dedica una parte della sua vita a chi non ha niente…”.
Quindi il religioso sogna in grande: “Questa donna meriterebbe un premio Nobel per il suo coraggio di sfidare una legge assurda, cui bisogna disobbedire, perché è un atteggiamento profondamente cristiano la disobbedienza alle ingiustizie, i primi martiri sono morti proprio per questo motivo – ha spiegato – la legge della vita e la legge dell’amore devono essere la nostra bussola, fino al punto di pagare di persona come sta ora rischiando la ‘capitana’ della Sea Watch”.
“Mi ricorda Antigone – aggiunge – quando dice che l’unica maniera per interrompere la serie di leggi assurde e uscire fuori dalla follia collettiva è usare la parola amore visto che ci stiamo disumanizzando, al punto da ordinare di togliere striscioni che esortano a restare umani e ricordano la massima evangelica dell’amare il nostro prossimo: davvero assurdo”.
“Sto veramente male – continua padre Zanotelli – soffro un male boia davanti alle conseguenze del decreto sicurezza che non è altro che un gioco di Salvini per creare lo scontro in un clima di guerra, dove ogni prova di forza procura consenso politico e voti elettorali, purtroppo anche fra tanti cattolici, che a furia di ricordare di essere cattolici si sono dimenticati di essere cristiani…”.
Come lui anche altri nomi importanti del mondo cattolico si sono esposti in favore della capitana. Come il Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin: “Credo che la vita umana vada salvata in qualsiasi maniera… Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario”.
E ancora, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Giancarlo Perego, che è anche direttore di Migrantes, la fondazione della Cei in aiuto ai migranti. A Carola Rackete il monsignore vorrebbe intitolare il porto di Lampedusa, un po’ come è accaduto a Comacchio con Garibaldi, braccato dagli austriaci come brigante e assassino cento anni fa: “Disobbedire alla legge per salvare persone – spiega – è un principio da una parte cristiano, e fondamentale sul piano umano. Ed è quello che ha fatto questa donna comandante”. (Fonte: AdnKronos)