Segregavano la figlia in casa,condannati genitori stranieri

Pubblicato il 6 Dicembre 2011 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Avevano segregato la figlia adolescente in casa per paura che scappasse con il 'fidanzatino' italiano: per questo la Cassazione ha confermato la condanna per abuso dei mezzi di disciplina e tentata violenza privata nei confronti di una coppia di immigrati provenienti dall'Est.

Senza successo padre e madre hanno contestato il verdetto di colpevolezza emesso a loro carico dalla Corte di appello di Firenze, il 29 ottobre 2010, sostenendo che non avevano avuto nessuna ''finalita' vessatoria nel comportamento tenuto dettato solo dalla paura che la loro figlia, invaghitasi di un ragazzo italiano, potesse andarsene di casa''. La coppia, inoltre, ha chiesto di tenere in considerazione il proprio contesto socio-culturale. Ma la Cassazione ha replicato – con la sentenza 45358 – che il contesto socio-culturale e la finalita' di ''correggere la figlia per farla adeguare ai loro canoni di vita'' sono stati presi in considerazione ma non per questo si puo' cancellare l'accusa di abuso dei mezzi di correzione ''per la indubbia sproporzione tra i mezzi adoperati e le modalita' della loro attuazione''.

I due genitori, in pratica, avevano segregato la figlia in casa impedendole di usare il telefonino e persino di uscire per andare al lavoro nel bar dove la ragazza aveva trovato un impiego estivo prima della ripresa della scuola. Per la coppia la pena – convalidata dalla Suprema Corte – ammonta a sei mesi di reclusione sospesi dalla condizionale.