“Sei gay” disse Sgarbi: a Roma è reato, a L’Aquila no, a Camerino è risarcito

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Marzo 2014 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA
"Sei gay" disse Sgarbi: a Roma è reato, a L'Aquila no, a Camerino è risarcito

“Sei gay” disse Sgarbi: a Roma è reato, a L’Aquila no, a Camerino è risarcito

ROMA – “Sei gay” disse Sgarbi: a Roma è reato, a L’Aquila no, a Camerino è risarcito. Può la legge essere uguale per tutti se non è uguale dappertutto nello stesso paese? Citiamo un caso di giustizia a macchia di leopardo. Per la frase pronunciata da Vittorio Sgarbi (“Sey gay”, in sintesi), il sindacalista Gianfranco Cerasoli  sentendosi diffamato lo ha querelato: risultato tre sentenze diverse, tipo multiple choice. A Roma il Tribunale lgli ha inflitto una condanna lieve: 600 euro di multa. A L’Aquila, invece, il Gip ha decretato l’archiviazione per la stessa querela. La Corte d’Appello di Camerino, in sede civile, ha disposto addirittura un risarcimento di 12 mila euro per Sgarbi cui i giudici hanno dato ragione.

Per dovere di cronaca, riportiamo la frase incriminata, pronunciata da Sgarbi davanti ai microfoni del Tg3 in risposta alle obiezioni di Cerasoli circa la sua nomina nel 2010 a Sovrintendente del Polo museale di Venezia, Sandro Bondi ministro dei Beni Culturali: forse Cerasoli “manifesta un eccesso di amore nei miei confronti che io presulo legato anche a una sorta di inclinazione sessuale. Questa è la mia ipotesi che naturalmente non è un offesa: si può essere gay o no”.