PERUGIA – Il senatore della Lega Simone Pillon è stato condannato per diffamazione del circolo gay Omphalos e dovrà pagare una multa di 1500 euro. Il giudice unico di Perugia ha riconosciuto il carattere diffamatorio di alcune affermazioni di Pillon, quando non era ancora parlamentare, per una iniziativa del circolo nelle scuole. Pillon ha commentato: “Difendere le famiglie dall’indottrinamento costa caro”. L’Arcigay ha replicato: “Giustizia è fatta”.
Dopo il Congresso delle famiglie a Verona e la discussione in aula del controverso “decreto Pillon”, ritenuto un passo indietro rispetto ai diritti civili acquisiti dalle coppie sposate o unite civilmente, sia di sesso diverso che dello stesso, ora per il senatore leghista arriva un altro duro colpo. Il giudice lo ha condannato per diffamazione e ha disposto anche il risarcimento, da liquidarsi in sede civile, nei confronti dello stesso circolo e di un attivista, con una provvisione complessiva di 30 mila euro, al pagamento della quale il giudice ha subordinato la sospensione della pena.
I fatti contestati al senatore riguardano alcuni suoi discorsi come consigliere nazionale del Forum delle associazioni familiari in tre incontri, tutti nel 2014: ad Assisi e Bastia Umbra, a giugno, a San Marino, ad agosto, e ad Ascoli Piceno, a novembre. Quando cioè non era ancora senatore. I suoi interventi finirono poi sul web.
In particolare Pillon è stato accusato di avere offeso la reputazione di Omphalos e dei suoi membri “diffondendo notizie non corrispondenti al vero sull’attività di informazione e di prevenzione delle malattie venere svolte dall’associazione, attribuendole iniziative e messaggi distorti rispetto al loro effettivo contenuto”. In particolare – emerge dal capo d’imputazione – sostenendo che un opuscolo intitolato “Lo sapevi che?” destinato alla diffusione tra i giovani fosse un invito ad avere rapporti omosessuali mentre – ha ritenuto l’accusa – aveva la “chiara finalità di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili”.
Pillon ha inoltre risposto davanti al giudice di aver additato l’associazione, “impegnata in incontri educativi nelle scuole”, come “istigatrice all’omosessualità” o come “soggetto che distribuisce materiale pornografico”. Formulando “gravi insinuazioni” sulla funzione del Welcome group. Il giudice, oltre ai 1.500 euro di multa, ha assegnato una provvisionale di 20 mila euro a Omphalos e di dieci mila all’allora responsabile del settore giovanile e degli incontri “contro il bullismo omofobico”, Michele Mommi, costituiti parte civile con gli avvocati Saschia Soli e Marco Florit.
Il senatore presente in aula alla lettura della sentenza, si è limitato a commentare: “Difendere le famiglie dall’indottrinamento costa caro. E’ un primo grado, non una sentenza definitiva. Ci sarà spazio per l’appello”. Intanto Stefano Bucaioni, presidente del circolo Omphalos Lgbti, ha replicato: “Giustizia è fatta nei confronti di un personaggio che ha fatto dell’odio nei confronti delle persone omosessuali e transessuali la sua ragione di battaglia politica”. Diversi attivisti del circolo gay perugino erano in aula al momento della sentenza. Si sono abbracciati, visibilmente soddisfatti.