Sequestrate 2 case al sindaco di Zimella: “Comprate con mazzette”

Pubblicato il 1 Marzo 2011 - 15:57 OLTRE 6 MESI FA

VERONA – Secondo quanto riporta ‘Il Corriere della Sera’ i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Vicenza, su delega di Marco Zenatelli, sostituto procuratore di Verona, hanno sequestrato due appartamenti al sindaco di Zimella, Alessia Segantini. Gli appartamenti sarebbero stati acquistati, secondo il ‘Corriere della Sera’, “con i soldi delle mazzette”.

I sequestri, si legge sul ‘Corriere della Sera’, sono stati fatti nell’ambito di un’operazione antiriciclaggio nell’inchiesta “Reset” condotta dalla procura di Vicenza. “Inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di ben 107 persone, 14 delle quali oggetto di provvedimenti di restrizione della libertà, per un giro di tangenti pari a 2.400.000 euro. I due immobili, il cui valore complessivo è di 533.000 euro, secondo gli inquirenti sono stati acquistati con denaro frutto di ben 44 episodi di natura delittuosa“.

Si legge ancora sul ‘Corriere della Sera’: “L’elemento che collega il primo cittadino di Zimella, che è a capo di un’amministrazione di marca leghista, all’inchiesta è suo padre, Filiberto, che era dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Arzignano e che costituisce uno dei personaggi cardine dell’inchiesta. Proprio le dichiarazioni rese da Segantini, che in passato è stato consigliere comunale di Zimella eletto sotto la bandiera di Forza Italia, hanno infatti permesso nei mesi scorsi di aprire nuovi filoni d’indagine. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, Segantini ha richiesto a una banca compiacente, a fronte del deposito di denaro contante in banconote da 500 euro, l’emissione di alcuni titoli di credito. Titoli poi corrisposti all’impresa costruttrice dei due appartamenti finiti sotto sequestro, che ha fatto intestare alla figlia. La quale non è peraltro stata toccata solo dal sequestro. A lei infatti vengono contestati il reato di riciclaggio e quello di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, non solo per aver richiesto l’emissione di assegni circolari a fronte del deposito di denaro contante di origine illecita, ma anche per essersi intestata i due appartamenti“.