Sequestro Calevo, il nipote al nonno: “Posso gonfiarlo?”

Pubblicato il 1 Gennaio 2013 - 11:36 OLTRE 6 MESI FA
Andrea Calevo (Foto Ansa)

LERICI (LA SPEZIA) – Davide Bandoni, 23 anni, è stato intercettato mentre diceva al nonno: “Posso un po’ gonfiarlo? Ho voglia di pistarlo”. La vittima di un pestaggio, solo minacciato a quanto pare, è Andrea Calevo, il giovane imprenditore ligure di 30 anni rapito il 17 dicembre e liberato il 31.

Dall’inchiesta emergono alcuni stralci di intercettazioni tra nonno e nipote, gli ideatori del sequestro. Davide Bandoni: «Proviamo dalla cabina… se non c’è la spediamo.. Pezzo di merda…». Bandoni si rivolge a Destri, quasi chiedendo un permesso. «Posso un po’ gonfiarlo… Ho voglia di “pistarlo”». Destri che coordina le azioni è chiaro: «No, non adesso».

I carabinieri intanto hanno arrestato una quarta persona implicata nel sequestro di Calevo, liberato il 31 dicembre con un blitz interforze a SarzanaMa sono almeno sette le persone che potrebbero avere avuto un ruolo nel sequestro del giovane ligure, e venti le persone coinvolte in qualche modo. Uno degli arrestati sta collaborando con gli inquirenti.

L’uomo arrestato si chiama Simon Alilai, è un cittadino albanese di 23 anni. Alilai era già stato perquisito lunedì dopo il blitz di Ros e Sco che ha portato alla liberazione dell’imprenditore.

Alilai avrebbe aiutato nel rapimento Pierluigi Destri, cliente di Calevo perché piccolo imprenditore edile, suo nipote Davide BandoniFabijan Vila, operaio edile.

L’1 gennaio Andrea Calevo ha parlato con gli inquirenti, dicendo che ora si sente al sicuro e addirittura pronto, già dal 2 gennaio, a tornare a lavorare.