De Gregorio risponde a Berlusconi: “Nessuno mi ha costretto a parlare con i pm”

Pubblicato il 1 Marzo 2013 - 20:27| Aggiornato il 20 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Non è stato costretto dai magistrati a parlare, Sergio De Gregorio conferma in una nota quello che aveva già detto ai pm. Ovvero di aver ricevuto da Berlusconi 3 milioni di euro per sabotare il governo Prodi nel 2008 passando dall’Idv al Pdl. E soprattutto, aggiunge ora, non avrebbe parlato “per paura di finire in galera” come invece aveva sostenuto Berlusconi. ”In relazione a notizie di stampa dalle quali si apprende che sarei stato ‘costretto dai pm’ a rendere dichiarazioni accusatorie contro l’on. Berlusconi, mi corre l’obbligo di precisare che la mia scelta di sottopormi ad interrogatorio è stata il frutto di una mia libera determinazione”.

”In particolare – precisa De Gregorio attraverso il suo legale Carlo Fabbozzo – nel mese di dicembre scorso ho fatto depositare una lettera autografa con la quale chiedevo di essere sentito, illustrandone i motivi, ed elencando gli argomenti sui quali intendevo rendere dichiarazioni”. ”Non risponde altresì al vero – prosegue il senatore uscente del Pdl – il rilievo che avrei reso queste dichiarazioni perché non candidato. La mia scelta politica di uscire dall’agone elettorale è stata da me maturata durante la scorsa estate, circostanza più volte comunicata a mezzo lettera ai vertici del Pdl”.

”Ho ritenuto – prosegue De Gregorio – infine di adire innanzi al giudice civile il Pdl perché venissero riconosciuti i diritti del movimento ‘Italiani nel mondo”. ”In virtù di quella pattuizione – conclude De Gregorio – che imponeva la ricandidatura di rappresentanti del movimento, in posizione verticistica nelle liste, e principalmente affinché venisse portata avanti la sua iniziativa politica. Ciò è avvenuto dopo che ero stato sentito dai pm”.

Romano Prodi commenta così la vicenda:  ”Un episodio tristissimo e, se vero, un attentato alla democrazia. Si faccia chiarezza perché non si può cambiare la storia del paese corrompendo il Parlamento”.