Serina (Bergamo), ex parroco condannato per molestie su una bambina. Pronto al ricorso

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Febbraio 2018 - 06:12 OLTRE 6 MESI FA
Serina (Bergamo), ex parroco condannato per molestie su una bambina. Pronto al ricorso

L’ex parroco di Serina (Bergamo) è stato condannato per molestie su una bimba

SERINA (BERGAMO) – L’ex parroco di Serina, don Marco Ghilardi, è stato condannato in secondo grado per molestie nei confronti di una bambina. Il tribunale d’appello ha ribaltato la sentenza di primo grado, che aveva assolto il sacerdote, che si professa innocente. Il suo avvocato ricorrerà in Corte di Cassazione.

La sentenza di assoluzione era arrivata il 27 ottobre del 2016, perché “il fatto non sussiste”. Ma in appello è stato deciso diversamente, e l’avvocato dell’ex curato, che ora si trova in un convento di frati francescani, ha intenzione di ricorrere in Cassazione.

Come ricorda Francesco Danadoni sul Giorno,  

Tutta la vicenda era venuta a galla dopo che la giovane, che oggi ha 21 anni, aveva sporto denuncia ai carabinieri del paese nel giugno del 2013. Pochi giorni dopo aver compiuto i 18 anni. Ne erano passati otto dai fatti, avvenuti, secondo il suo racconto, quando aveva tra i 6 e i 10 anni, nella scuola dove don Ghilardi insegnava religione o nella sagrestia e all’oratorio. Oltre alla sua testimonianza, a processo erano state portate quelle degli ex fidanzati e delle amiche della ragazza, ma nessuna era diretta. Un punto che, nel processo di primo grado, aveva inciso nell’assoluzione di don Marco.

L’interrogativo riguardava in particolare il motivo per cui la ragazza aveva deciso di rivelare i presunti abusi quando ormai erano passati otto anni dai fatti. Secondo il pubblico ministero, però, la ragazza aveva aspettato la maggiore età perché “appartiene a una famiglia molto religiosa, abita in una frazione di Serina, un ambiente in cui una bambina che avesse osato denunciare il sacerdote del paese si sarebbe esposta alla pubblica critica”.

Diverso il parere dell’avvocato del sacerdote:

“Siamo di fronte ad un racconto infarcito di inverosimiglianze e discrasie. La denuncia otto anni dopo i fatti pesa perché i racconti non sono quelli di una bambina, situazione che sarebbe stata comunque delicata, ma di una bambina che è diventata nel frattempo adulta”.