Schettino: “Trattato peggio di Bin Laden. Non mi diedero informazioni esatte”

Pubblicato il 7 Gennaio 2013 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA
Francesco Schettino (Foto Lapresse)

ROMA – Francesco Schettino odiato come e più di Bin Laden. Il comandante della Costa Concordia, naufragata lo scorso 13 gennaio e da circa un anno “inchinata” su un lato di fronte all’isola del Giglio, si sente vittima di una gogna mediatica. In un’intervista al quotidiano la Stampa, si dice stanco dell’immagine che gli è stata cucita addosso: “Hanno ridicolizzato non solo 30 anni del mio lavoro, della mia esperienza in tutto il mondo, ma anche l’immagine del nostro Paese esposto alle critiche, spesso ingiuste, dell’intero pianeta“.

E rivendica: “Non ero solo in plancia, non sono l’unico ad aver sbagliato”. Nonostante tutto però ha fiducia nella giustizia e non fa che pensare alle 32 vittime di quella notte fatale e alle loro famiglie. “Per me l’ultimo anno è stato un anno di tormenti. Ed è un dolore sincero, dal profondo del cuore. Sono stato dipinto peggio di Bin Laden, mentre il mio rammarico per quello che è successo è enorme“.

Poi ci tiente a puntualizzare: “Non voglio puntare il dito contro gli altri, ma quella sera non mi vennero fornite le informazioni esatte. Io posso pure avere sbagliato, ma non ero solo“.

Insiste a dire di essere “scivolato” sulla scialuppa: “Ma lei ha presente come si era inclinata la nave quella sera? Il calpestabile era diventato un muro e nella parte dove mi trovavo io era impossibile restare a bordo. Sarei finito sommerso: in quel modo sarei stato forse più utile? Non credo proprio“.

Elusivo, non ha voglia di parlare di quella telefonata con il comandante Gregorio De Falco che gli intimava di risalire a bordo: “Lui è un comandante di terra, io di nave. Sapevo quello che facevo“. Per Schettino andrebbero riviste alcune regole, “dai compiti del comandante, alla conta dei passeggeri e alle modalità di evacuazione. Dopo il naufragio del Titanic molte cose sono state rivalutate. Lo stesso si dovrebbe fare ora“. “Io – conclude – mi sono sempre battuto per il rispetto delle regole“.