Sigaretta elettronica, moda del momento: i cinesi già fanno affari col “tarocco”

di Daniela Lauria
Pubblicato il 25 Gennaio 2013 - 11:03| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ la moda del momento, sta rapidamente dilagando in tutto il continente ed è giunta prepotentemente anche in Italia: è la sigaretta elettronica, nuovo accessorio di tendenza che, come ogni moda che si rispetti, ha già catturato l’attenzione dei cinesi. La fiorente industria del “tarocco” ci si è fiondata a capofitto e, se ad ogni angolo di strada spunta un franchising che vende solo dispositivi certificati, sui banconi dei bazar cinesi capita sempre più spesso di vedere confezioni identiche ma senza il marchio Ce che ne certifica i requisiti di sicurezza.

Una moda che dilaga nonostante le polemiche sui presunti problemi alla salute e l’incertezza sull’efficacia del prodotto, manifestata di recente dall’Istituto Superiore di Sanità. Svaporare con bastoncini elettronici tra le dita è très-chic e allora ecco che a proteggere il nuovo trend scattano le prime retate della polizia per contrastare la contraffazione dell’e-cig.

Si perché la sigaretta elettronica sarà anche glamour ma proprio per questo è pure costosa. E allora la tentazione di prediligere quella “taroccata” del cinese sotto casa, proprio come la Louis Vuitton adocchiata tutte le sere tra le mani del marocchino, si fa sempre più insistente. La giustificazione è sempre quella: costa troppo e se poi non funziona? Proprio come la borsa glamour: una spesa folle e se poi mi stufo? Ma niente paura: ci pensano gli uomini della Guardia di Finanza a levarci la tentazione da sotto al naso. L’ultimo colpaccio a Gallarate, in provincia di Varese, dove sono state sequestrate 60 mila sigarette elettroniche provenienti dalla Cina e prive della necessaria marcatura CE, attestazione che in alcuni casi veniva contraffatta. La Gdf ha controllato 130 negozi in tutta Italia e ha denunciato 72 persone per tentata frode nell’esercizio del commercio. Secondo la Guardia di Finanza, gli articoli in questione erano ”potenzialmente pericolosi per la salute” delle persone.

Eppure, a onor del vero va segnalato, la sigaretta elettronica è stata prodotta per la prima volta proprio dai cinesi. Ma il liquido utilizzato per ricaricare i primi esemplari venduti in Cina nel 2006 conteneva glicol propilene, una sostanza ritenuta cancerogena. I prodotti certificati, attualmente in commercio sul suolo europeo non contengono tali sostanze. E allora, questo è proprio il caso di dirlo, è bene diffidare dalle imitazioni, perché qui in ballo c’è la vostra salute. Che senso avrebbe smettere di fumare affidandosi a un dispositivo alternativo che nuoce comunque alla salute? Il grado di tossicità di certi filtri usati per l’assemblaggio di false sigarette può arrivare ad essere persino più pericoloso delle sigarette tradizionali.