Sigarette illegali da Bielorussia: oltre 600mln l’anno in Italia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2016 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA
Sigarette illegali da Bielorussia: oltre 600mln l'anno in Italia

Sigarette illegali da Bielorussia: oltre 600mln l’anno in Italia

ROMA – Oltre 600 milioni di sigarette ogni anno vengono vendute illegalmente in Italia. Un contrabbando con le bionde che arrivano dalla Bielorussia, che vengono chiamate “illicit whites” e che fanno del paese di Aleksandr Lukashenko il “paradiso fiscale del tabacco”. I pacchetti di sigarette illegali sono contrassegnati dalla scritta NZ o Minsk costano circa 2,5 euro, la metà di un pacchetto acquistato legalmente nei tabacchi italiani. Il costo per l’Italia è alto: si stimano 100 milioni di euro non incassati tra Iva e accise.

Pietro Piovani sul Messaggero scrive che il giro d’affari delle sigarette illegali è amministrato dalla Grodno Tobacco Factory Neman, Gtfn, una società pubblica posseduta dal governo della Bielorussia, che nel 2015 ha prodotto 23 miliardi di sigarette, di cui 5 miliardi sono andate all’estero:

“IL BOOM ITALIANO
In tutta l’Europa il fumo illegale è in un periodo di grande espansione. L’Italia è una delle piazze migliori: circa un sesto delle “illicit whites” smerciate in Europa finiscono da noi. Il danno è triplice: si sottraggono entrate all’erario; si mettono in circolazione sigarette che non hanno superato i controlli di qualità previsti dalla legislazione Ue; si danneggia la produzione nazionale. E per l’Italia il tabacco è un settore importante, che dà lavoro a 200 mila persone, a 3 mila imprese agricole e a 55 mila rivenditori.

Ci si potrebbe aspettare perciò una guerra spietata del nostro Paese contro questo concorrente sleale. Invece tutti i governi degli ultimi decenni hanno stabilito ottimi rapporti con Minsk e con Aleksandr Lukashenko, il presidente-dittatore che da oltre un ventennio fa il bello e il cattivo tempo in Bielorussia. I nostri partner europei non sono da meno, tanto che a febbraio Bruxelles ha deciso di rimuovere una parte delle sanzioni economiche introdotte nel 2004 su Lukashenko e altre 170 persone della sua cerchia. La Ue ha presentato la scelta come una forma di incentivo alla democratizzazione del Paese, ma è evidente l’intenzione di agganciare il vicino di casa orientale in chiave anti-russa. Si discute di aiuti economici e investimenti, e l’Italia naturalmente non si tira indietro, perché gli affari sono affari. Ma gli affari del tabacco, e del fisco, in questo modo vengono sacrificati.

IL VANTAGGIO ECONOMICO
Le sigarette bielorusse hanno marchi poco conosciuti come “NZ” o “Minsk”, ma hanno un grande vantaggio competitivo: costano poco. Per un pacchetto illegale bielorusso si spendono in genere 2 euro e mezzo, contro i 4-5 euro di uno legale. Napoli è la capitale del contrabbando, in Campania i prodotti illeciti rappresentano il 37% delle vendite. Ma sono tante le regioni colpite dal fenomeno. In Friuli Venezia Giulia per esempio il mercato è florido, forse perché è da lì che entrano i tir carichi di sigarette provenienti dall’Est, o forse per via dei piccoli trafficanti che passando la frontiera vanno ad approvvigionarsi in Slovenia.

I FLUSSI
In realtà non è molto chiaro quali strade percorrano le “illicit whites” prima di arrivare sui banchettini degli abusivi o nei negozi che le tengono in un cassetto nascosto. Si sa che le partite del contrabbando fanno giri lunghi e tortuosi, sui camion o sulle navi. A volte passano per l’Africa, si parla anche di rifornimenti in alto mare, nelle acque extraterritoriali, con i container sbarcati nei porti del Sud Italia e naturalmente a guadagnarci è innanzitutto la criminalità organizzata. Secondo alcuni anche la Svizzera è diventata un centro di transito per tutta l’Europa, ma la tesi è controversa e non trova conferme ufficiali. Di sicuro gli elvetici non hanno mai applicato le regole sui controlli previste dalla Convenzione quadro sul tabacco, un documento dell’Organizzazione mondiale della sanità. Proprio la stessa organizzazione che ha la sua sede centrale in Svizzera, a Ginevra”.