Silenzio elettorale: cos’è, quando inizia e quando finisce. Cosa dice la legge

Il giorno prima delle elezioni e in quello in cui si vota è vietato dalla legge fare comizi, riunioni di propaganda elettorale o l’affissione di stampati. A chi viola la normativa è inflitta una sanzione amministrativa pecuniaria.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Settembre 2022 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA
Silenzio elettorale: cos'è, quando inizia e quando finisce. Cosa dice la legge

Silenzio elettorale: cos’è, quando inizia e quando finisce. Cosa dice la legge

In Italia è previsto un periodo di silenzio elettorale per dare la possibilità ai cittadini di riflettere (senza interferenze varie) sulla preferenza da esprimere alle urne. Silenzio che deve scattare nel giorno precedente e in quelli stabiliti per la votazione: sono vietati, infatti, comizi e ogni tipo di propaganda, in segno di rispetto verso gli elettori. Lo prevede la legge 212 del 4 aprile 1956 (qui il Pdf).

Silenzio elettorale, cosa dice la legge

Lo scopo della norma è quello di dare la possibilità ai cittadini, dopo aver ascoltato e analizzato i programmi dei vari partiti nel corso della campagna elettorale, di elaborare una scelta senza ulteriori condizionamenti. La legge 212 del 4 aprile 1956, all’articolo 9, recita: “Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri o manifesti di propaganda o l’applicazione di striscioni, drappi o impianti luminosi. Nei giorni destinati alla votazione è vietata, altresì, ogni propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”.

Le sanzioni per chi non rispetta il silenzio elettorale

La legge sul silenzio elettorale, ancora in vigore, è stata poi aggiornata nel 1975, con la numero 130 del 24 aprile, nella quale, per chi non rispetta il silenzio elettorale, si prevedono multe “tra 50mila e 500mila lire” (oggi da 103 a 1.032 euro) e la reclusione fino a un anno.