Boss della Mala del Brenta uccide a duello il rivale: era stato con la sua donna mentre lui era in carcere

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Novembre 2016 - 07:03 OLTRE 6 MESI FA
Silvano Maritan, ex boss Mala del Brenta torna in carcere per una donna

Silvano Maritan, ex boss Mala del Brenta torna in carcere per una donna

VENEZIA – Numerose volte era finito in carcere per cocaina, ma una donna potrebbe privarlo della libertà per il resto dei suoi giorni. Silvano Maritan, 70 anni, ex boss della mala del Brenta, è stato arrestato domenica sera per l’omicidio di Alessandro Lovisetto, 53 anni, anche lui un ex della mala veneziana. Ammesso che Maritan non riesca a dimostrare che si è trattato di legittima difesa, quello consumatosi domenica sera a San Donà di Piave sembrerebbe a tutti gli effetti un delitto passionale, in pieno stile Cavalleria rusticana: i due erano rivali in amore, Lovisetto avrebbe infatti frequentato L. M., una ex di Maritan, mentre quest’ultimo stava scontando la sua pena in carcere.

Tutto nasce da un incontro casuale, o presunto tale, in galleria Vidussi dietro il caffè Letterario. I due si scambiano reciproche occhiate in cagnesco, poi passano alle parole pesanti, quindi alle botte. Proprio durante la colluttazione, spunta un coltello a serramanico, non si sa dalla tasca di chi, ma l’ultimo a impugnarlo è  Maritan che con un paio di rapidi gesti colpisce Lovisetto al collo. Una ferita mortale, secondo la prima ricostruzione del medico legale cui seguirà l’autopsia disposta dal pm Francesca Crupi.

Lovisetto non muore subito, si allontana gemendo e poi, dopo qualche decina di metri, si accascia al suolo. Maritan lascia cadere il coltello in strada e si allontana ancora sporco di sangue mentre diversi testimoni lo additano ai carabinieri. Viene fermato poco distante dal luogo dell’omicidio e portato in caserma, ma si avvale della facoltà di non rispondere. Il pm dispone l’arresto per omicidio in flagranza di reato. Intanto, in una lunga notte, scattano le operazioni di rito come il prelievo del Dna, la registrazione delle impronte digitali e quella dei dati ematici, mentre i militari repertano il coltello usato per il delitto. Tutto il materiale sarà inviato ai Ris di Parma.

Sull’origine della lite l’ipotesi degli investigatori è legata ai dissapori tra i due per la relazione di Lovisetto con la ex compagna di Maritan, che lo ha lasciato mentre si trovava in carcere, da cui era uscito da poco. Ma ci sarebbero anche questioni di soldi, denaro che Maritan diceva di avanzare dalla ex compagna e che lo aveva portato ad importunarla più volte, tanto che questa si era rivolta alle forze dell’ordine.

Lui, secondo quanto riporta il quotidiano Il Gazzettino, sostiene di aver solo reagito a un’aggressione e di aver strappato dalle mani di Lovisetto il coltello con il quale lo ha ammazzato:

“Non ho mai portato un coltello in vita mia e in questo periodo sarei stato un pazzo ad uscire di casa armato visti i continui controlli”, avrebbe detto ai carabinieri che lo hanno arrestato.

Certo è, però, che Maritan non aveva mai digerito che la sua ex si fosse messa, mentre lui era in carcere, con uno sbandato come Alessandro Lovisetto, un rapinatore da quattro soldi, non certo in grado di stargli alla pari come statura criminale.

Maritan era il braccio destro di Felice Maniero, il boss della mala del Brenta, ed era l’uomo che per conto della banda gestiva il traffico di cocaina nel cosiddetto Veneto Orientale. Nel tempo, il rapporto tra i due sodali si era incrinato, erano nati degli screzi nella gestione degli affari tanto che Maritan, entrato nella blacklist di Maniero, per evitare di essere ucciso era fuggito in Brasile. Poi i ruoli si erano invertiti quando Maniero era diventato collaboratore di giustizia e additato dagli ex compagni come un “infame traditore”. A quel punto Maritan che era stato candidato a rimettere in piedi il gruppo criminale, insieme con altri avrebbe voluto vendicarsi ma senza mai raggiungere “faccia d’Angelo”.

La vicenda ha creato non poco sconcerto nella cittadina veneziana con il sindaco Andrea Cereser che, dopo aver espresso cordoglio ai parenti della vittima, si è chiesto “come fosse possibile che una persona con la storia di Silvano Maritan potesse muoversi liberamente nel centro della città, armato di un coltello, soprattutto alla luce di recenti e inquietanti avvisaglie”. A luglio scorso l’ex boss era stato nuovamente arrestato proprio per minacce ad una ex convivente. Poi, meno di due mesi fa, era stato segnalato alle altre Forze dell’Ordine per un’infrazione. “Notizie riportate anche dalla stampa – osserva il primo cittadino – che non hanno impedito a Maritan, ieri sera, di girare libero nel centro della città. Evidentemente c’è un sistema giustizia da ripensare”.