Silvia Coronika, terzo di Schettino: “Era distratto, ospiti sul ponte”

Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA

La fuga dalla Concordia (lapresse)

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – Silvia Coronika è il terzo ufficiale della Costa Concordia. La notte del 13 gennaio scorso è a bordo della nave poi naufragata. E’ sul ponte di comando con Francesco Schettino e dieci giorni dopo la tragedia della nave incagliata su uno scoglio racconterà che il comandante era “distratto da troppe chiacchiere”.

Secondo la ricostruzione della donna sarebbe andata così. Schettino viene a sapere che la situazione è grave, ma non dà subito ordine di abbandono della nave e, dice Coronika, “le persone salite con lui sul ponte di comando disturbavano le manovre”.

E ancora: “Vi era tanta confusione e i miei ricordi sono poco chiari sia a causa delle svariate comunicazioni che pervenivano e delle urla che si sentivano. Si cercava di capire quanti compartimenti fossero allagati e quanti fossero funzionanti. Dopo circa due minuti il comandante ha fatto chiamare le hostess per effettuare gli annunci all’equipaggio e ai passeggeri per rassicurarli perché la situazione era sotto controllo e di stare tranquilli. Di lì a pochi minuti tuttavia ci accorgiamo che la situazione era grave perché la nave è ormai ingovernabile”.

Poi: “La Capitaneria di Civitavecchia chiedeva se vi fossero problemi a bordo e il comandante ordinava all’ufficiale preposto alla radio di riferire che c’era un blackout. Alla domanda se avessimo bisogno di assistenza diceva: “Al momento no”. Solo successivamente il comandante discuteva con i presenti del fatto che gli servivano dei rimorchiatori ma non spiegava il perché di tale richiesta”.

Coronika continua: “Quando sono scesa dal ponte di comando non ho visto nessuna persona in mare, le ho viste solo quando sono passata sul lato dritto, ma non subito perché c’erano le lance già calate e le zattere in corso di gonfiaggio su cui poi salivano le persone. Subito dopo, poiché la nave si muoveva rapidamente sbandando sul lato destro, la gente ha cominciato a buttarsi in mare. Ad un certo punto anche io con 20.30 persone ci siamo buttati in mare. A nuoto ho raggiunto lo scoglio lì vicino e lì tra le altre persone c’erano Ciro Ambrosio e Dimitrios Christidis (gli stretti collaboratori di Schettino, ndr) e altri ufficiali che erano asciutti e mi riferivano di aver guadagnato terra con una scialuppa”.

Schettino sarebbe andato ai comandi con la donna moldava Domnica Cemortan e con il maître. “Voglio dire che il numero di persone presenti sul ponte di comando salite con lo Schettino, non preposte a servizi relativi alla condotta della navigazione, tra cui l’Hotel directory. Chi chiedeva che isola era, il maître che chiacchierava, insomma disturbavano le manovre con un conseguente calo di attenzione”.

Di quella notte il direttore di macchina Giuseppe Pilon ricorda: “Ho sentito dei colpi che ho attribuito alle gabbie fuori dall’area bagagli. Il tempo di andare in centrale che l’ufficiale in sala macchine mi ha detto: «C’è acqua, c’è acqua». Tutto ciò è accaduto in pochissimo, il tempo di alzarmi, uscire dalla segreteria, 3 o 4 metri ed ero in centrale. Ho detto di controllare che tutte le porte stagne fossero chiuse come previsto. Il tempo di dirlo e il blackout era totale. Si è spento tutto… Ho aperto la porta centrale, ho aperto la sala macchine e l’acqua era già a ponte 0, è arrivata subito al quadro elettrico. Ho dato la situazione al comandante Schettino, gli ho detto che sala macchine, quadro elettrico e zona poppiera erano allagate. Gli ho detto che avevamo perso il controllo della nave… Ho informato il comandante della situazione grave in cui versavamo, l’ho poi informato successivamente alcune volte. Non so che cosa stesse facendo di preciso in quegli istanti, penso fosse impegnato a verificare cosa stesse succedendo”.