Silvia Crosetto morta al Passo del Ginestro. Ipotesi: investita da un animale, mucca o cavallo

di Daniela Lauria
Pubblicato il 19 Aprile 2019 - 14:33 OLTRE 6 MESI FA
Silvia Crosetto morta al Passo del Ginestro. Ipotesi: investita da un animale, mucca o cavallo

Silvia Crosetto morta al Passo del Ginestro. Ipotesi: investita da un animale, mucca o cavallo

IMPERIA – C’è un italiano indagato per la morte di Silvia Crosetto, l’insegnante di 44 anni di Moncalieri (Torino), trovata morta il 14 luglio scorso sul ciglio della Statale 28 del Col di Nava, nel comune di Cesio, al Passo del Ginestro. Sul caso la Procura di Imperia mantiene il più stretto riserbo. L’unica cosa che trapela è che non si tratterebbe di un automobilista. L’accusa ipotizza il reato di omicidio colposo, ma non sarebbe stato un pirata della strada. L’ipotesi più probabile sembrerebbe essere quella di un attacco animale. Un toro, una mucca o forse un cavallo

Silvia Crosetto stava rincasando, dopo aver incontrato la madre ad Andora (Savona). Il mistero riguarda il modo in cui è morta e il motivo che l’ha spinta a fermarsi proprio in quel punto. E’ forse scesa dall’auto perché colta da un malore? Oppure ha visto qualcosa? 

La donna fu trovata sul ciglio della strada dalla parte opposta a dove aveva lasciato l’auto con la portiera aperta e l’autoradio accesa. Fu un’anziana coppia di Testico (Savona), in transito nella zona, a dare l’allarme. In quei giorni si parlò anche della possibilità che la donna potesse essere stata aggredita da un toro in libertà. Il corpo mostrava una lesione sulla schiena e una sulla testa, escoriazioni su glutei e arti inferiori.

E’ stata l’autopsia ad escludere l’investimento, evidenziando che sul corpo non vi erano segni di un urto con auto, ma che le lesioni erano invece riconducibili ad una caduta, a sua volta provocata da un “forte impatto”. Di qui il ritorno all’ipotesi di un attacco animale. Se l’ipotesi dovesse trovare conferma, il reato di omicidio colposo potrebbe quindi essere attribuito al proprietario del bestiame, per non averlo custodito con la dovuta attenzione. (Fonte: Ansa)