Simona Riussi, vedova Sandro Tognatti, una donna rara e preziosa. Niente meno che una cittadina

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 16 Marzo 2021 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Simona Riussi, una donna rara e preziosa. Niente meno che una cittadina

Simona Riussi, una donna rara e preziosa. Niente meno che una cittadina (Foto d’archivio Ansa)

Simona Riussi è la moglie, anzi ora la vedova del maestro di clarinetto morto nelle ore successive alla ricevuta vaccinazione. La vedova di Sandro Tognatti, Simona Riussi non ha detto voglio il colpevole ed i colpevoli, non ha maledetto vaccino e vaccinatori, non ha puntato l’indice contro medicina malvagia o inetta. Simona Riussi ha detto: “Mio marito credeva nel vaccino. Lo aveva richiesto perché credeva che quella sia l’unica strada. E in cuor mio lo credo anch’io”.

Simona Riussi: andare avanti con la campagna vaccinale

Simona Riussi è quindi una donna rara tra gli abitanti di questo paese e i componenti di questa società. Il più delle volte, la stragrande maggioranza delle volte, il colpito da un lutto si sente in diritto dovere di chiedere conto, processo e condanna per chi ha procurato il lutto. Un chi colpevole ci deve essere. Il più delle volte, quasi di regola, il dolore viene declinato insieme all’accusa e all’esplicita richiesta qualcuno o qualcosa sia punito o bandita.

Non c’è neanche bisogno di casi di morti di Covid o di decessi che avvengono temporalmente dopo il vaccino. Ogni volta che in ospedale qualcuno non guarisce e muore la reazione standard e accettata e comunicata dei colpiti dal lutto è cercare, invocare un colpevole. Un colpevole che non sia mai “dentro” la sfera della patologia ma sempre “fuori”, nella responsabilità altrui.

Quelli che…me l’hanno ammazzato, maledetto vaccino

Culturalmente la nostra società ha equiparato la morte ad un fallimento, infatti la si nasconde, la si nega, la si occulta, la si dichiara assurda. E quindi la si imputa a chi non ha rispettato la clausola contrattuale che obbliga alla guarigione o alla salute. La responsabilità dei mezzi di comunicazione di massa in questa folle deriva, in questa collettiva e totale negazione del reale e fuga dal dato naturale, è enorme. E quindi la comunicazione è andata a cercare la vedova dolente, tutti sicuri del titolo: “stava bene, me l’hanno ammazzato, maledetto vaccino“.

E invece no, Simona Riussi ha detto: “spero ci sia presto chiarezza per portare avanti le vaccinazioni dei docenti, è molto importante”. Simona Riussi è una donna oltre che rara anche preziosa: è in grado di distinguere tra il suo privato dolore e il bene pubblico ed è capace di non dimenticare l’interesse collettivo. Non elabora il suo lutto e dolore come un muoia Sansone con tutti i filistei.

Non segue quello che è ormai quasi un canone sociale e sociologico e cioè fuori di me e dei miei cari che venga il diluvio. Sa, testimonia che suo marito voleva razionalmente il vaccino, afferma che vaccinarsi per i docenti era ed è un diritto-dovere. Una donna rara e preziosa, niente meno che una cittadina. Tanti e tante si riempiono la bocca, si fregiano di questo titolo ignorandone significato e stravolgendone la natura. Non Simona Riussi, lei è davvero una cittadina cui rendere omaggio, cui porgere rispetto e soprattutto da cui prendere esempio.