Un algoritmo contro l’evasione fiscale: mai più furbi alle mense scolastiche

Pubblicato il 10 Maggio 2010 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA

Se i genitori non saldano il conto con le rette delle mense scolastiche i loro figli digiunano. Una conclusione estrema per evitare debiti con le scuole. L’ultimo in ordine di tempo è stato il comune di Padova, che ha deciso che a partire dal primo settembre 2010 non saranno ammessi alle mense scolastiche i bambini le cui famiglie non abbiano estinto il debito con l’amministrazione.

Ma c’è chi alle minacce preferisce invece la riscossione forzata. A Torino, per esempio, per il 15% delle famiglie non in regola, scatta l’invio di un’ingiunzione e poi (se necessario) l’emissione di ruolo coattivo affidato a Equitalia. Ad Ancona, invece, i mancati pagamenti sono pari al 4,6 per cento. Per gli asili, il comune invia ai genitori in debito una lettera-ultimatum: 20 giorni di tempo per pagare la retta o il figlio sarà espulso.

«La morosità è una caratteristica comune a tutte le fasce sociali e non solo a coloro che presentano l’Isee, il documento che misura la situazione economica familiare», spiegano al Sole 24 Ore dal comune di Perugia, dove il fenomeno è in via d’estinzione per gli asili nido (0,01%) e più elevato le mense (6%).

In molte città poi l’amministrazione ha coinvolto la Guardia di finanza. A Bari il protocollo d’intesa è stato siglato nel 2007. A Perugia, invece, la convenzione con la Gdf è ancora in preparazione, mentre a Napoli ci si affida al sistema “fai da te”: «Vengono effettuati dei controlli a campione – spiegano da palazzo San Giacomo – ma per alcune misure è stato necessario anche incrociare i dati del pubblico registro automobilistico e della Camera di commercio».

Ecco perché molti enti locali hanno introdotto dei correttivi per consentire alle famiglie di far valere il peggioramento delle condizioni occupazionali, nonchè per “scoraggiare” i furbetti. A Torino, ad esempio, si può chiedere il ricalcolo dell’Isee in base alle nuove condizioni di reddito e di lavoro. Mentre a Sant’Arcangelo di Romagna il bando dell’anno scorso che assegnava un contributo alle famiglie in difficoltà prendeva a riferimento l’Isee calcolato sui redditi 2008.