Sindaco agli arresti domiciliari nel Bresciano per peculato, falso e truffa

Pubblicato il 12 Maggio 2010 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA

Un funzionario di una comunità montana nel Bresciano, Diego Ardigò, 52 anni, che riveste anche il ruolo di sindaco di Tremosine, un paese dell’alto Garda bresciano recentemente inserito tra i”borghi più belli d’Italia”, è stato arrestato e posto ai domiciliari con le accuse di peculato, falso, abuso d’ufficio, truffa aggravata e violazioni al Testo unico in materia edilizia.

A intervenire sono stati i carabinieri di Salò (Brescia) e di Limone del Garda su provvedimento emesso dal gip di Brescia a seguito di un’ attività di indagine condotta per più di un anno sull’operato dell’uomo «per reati commessi nella sua qualità di funzionario della Comunità montana del Parco Alto Garda bresciano».

Secondo quanto riferito dai carabinieri,  numerose perquisizioni avrebbero consentito il recupero di materiale documentale di notevole interesse per le indagini, che hanno portato a contestare 46 capi d’imputazione. I  provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa relativa alla gestione di finanziamenti e contributi regionali e statali per la realizzazione di opere pubbliche nell’ambito territoriale di competenza della Comunità montana e per la violazione della normativa inerente agli incentivi dell’ex legge Merloni.

Tra gli indagati vi sarebbero anche un altro impiegato della Comunità stessa e i legali rappresentanti di ditte appaltatrici di opere pubbliche per violazione in materia edilizia per la realizzazione di manufatti in cemento armato.