Sofia Zago morta di malaria, ospedale: “Stesso parassita dei bimbi infetti”. Ipotesi omicidio colposo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Settembre 2017 - 19:50| Aggiornato il 7 Settembre 2017 OLTRE 6 MESI FA
Sofia Zago morta di malaria, ospedale: "Stesso parassita dei due bimbi infetti".

Sofia Zago morta di malaria, ospedale: “Stesso parassita dei due bimbi infetti”.

TRENTO – Il parassita che ha causato la malaria a Sofia Zago, la bimba trentina di 4 anni morta a Brescia, dopo il ricovero a Trento, è lo stesso che aveva fatto ammalare i due bambini di ritorno dal Burkina Faso che erano in pediatria nella stessa struttura negli stessi giorni della piccola. A dirlo è Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento.

Oltre ai due bambini africani in pediatria, aggiunge Di Palma, all’ospedale di Trento c’erano anche la mamma e un fratello più grande, adolescente, ricoverati invece nel reparto degli adulti. Entrambi, come i bimbi più piccoli, che erano due femmine di 4 e 11 anni, sono guariti e sono ormai stati dimessi.

In mattinata Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda per i servizi sanitari della Provincia di Trento, aveva riferito che però non è stata individuata alcuna zanzara anofele nelle trappole sistemate nell’ospedale Santa Chiara per verificare l’eventuale presenza di insetti, possibili vettori della malaria che ha ucciso la piccola Sofia, di 4 anni:

“Le trappole – spiega – sono risultate negative per la presenza di questi insetti”, generalmente assenti in Italia, “per quanto riguarda la giornata di ieri. Ma non si può escludere che ce ne fossero nei giorni in cui la bambina si trovava ricoverata in ospedale, quando c’erano anche i due piccoli affetti da malaria, poi guariti. Non abbiamo a oggi nessuna evidenza di contatto” con loro, per cui “gli esperti dicono che prenderebbe più piede l’ipotesi della ‘zanzara nella valigia’, proprio dei piccoli pazienti del Burkina Faso”.

Intanto la Procura di Trento indaga per omicidio colposo contro ignoti. L’inchiesta, aperta d’ufficio con questa accusa, punta ad accertare se siano stati seguiti i protocolli prescritti per le cure per ricostruire con precisione le tappe cliniche che hanno portato alla morte della bimba.