Sondaggio Eurispes: cresce fiducia degli italiani in Napolitano e nella magistratura

Pubblicato il 25 Gennaio 2010 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA

Ripongono il massimo della fiducia nel capo dello Stato, ed anche nei magistrati, mentre è scarsa per governo, scuola, sindacati e partiti . Lo dice l’Eurispes che ogni anno  misura il livello del rapporto tra gli italiani e le istituzioni. Che nel complesso segnala un’ inversione di tendenza rispetto al progressivo allontanamento registrato negli anni scorsi, anche se non per tutte.

L’istituto di Gian Maria Fara  ha anticipato  i dati di uno dei sondaggi contenuti nel Rapporto Italia 2010 – che sarà presentato venerdì prossimo – realizzato grazie ad interviste dirette tramite questionario distribuito a 1.191 cittadini e  concluso agli inizi del gennaio 2010.

In generale la fiducia accordata dai cittadini alle istituzioni è salita di  28,5 punti percentuali, passando dal 10,5% del Rapporto 2009 al 39% del 2010. Di pari passo è calata del 10% la quota di italiani che esprimono una diminuita fiducia, che si attesta al 45,8%.

In particolare  la fiducia, già alta, nell’operato di Giorgio Napolitano ha sfiorato quest’anno il 70% dei consensi. Un balzo di circa 6 punti sull’anno precedente. E questo vale soprattutto per gli over 65 (73,3%) e tra coloro che hanno tra 45 e 64 anni (73,7%). In ogni caso, il consenso tocca tutte le fasce di età e non scende mai al di sotto del 60%.

Per quanto riguarda il Governo  la fiducia cala, anche se di poco: i positivi sono il 26,7% contro il 27,7% del 2009. Il dato è comunque costante negli ultimi anni, sia che si tratti di un governo di centrodestra che di uno di centrosinistra. Mostrano maggiore fiducia i cittadini del Nord-est (29,4%) e quelli di destra e centrodestra, mentre il livello più basso è nelle isole e nelle persone di sinistra e centrosinistra.

Agli stessi livelli la fiducia nel Parlamento: 26,9% contro il 26,2% del 2009, con percentuali più alte nelle persone di destra, centrodestra e centro e più basse a sinistra e centrosinistra.

Insieme al presidente della Repubblica, la Magistratura rappresenta l’istituzione che quest’anno acquista nuovo credito. Il consenso é in crescita da 5 anni, e oggi quasi un italiano su due dà fiducia ai magistrati: se infatti nel 2009 i fiduciosi erano il 44,4%, quest’anno c’é stato un balzo del 3,4% che porta la percentuale al 47,8%. Ad avere meno fiducia nella magistratura sono gli italiani di destra (35,6%) e centrodestra (35,4%), molto più fiduciosi quelli di centro (53%). A sinistra (58,1%) e al centrosinistra (58,5%) l’apprezzamento più alto. A livello geografico, il maggiore consenso è nel Nord-est (52%) e nel Centro (50,7%), mentre nel Nord-ovest (47,9%), nelle isole (45,6%) e soprattutto al Sud (43,1%) le percentuali scendono.

Ma la maggioranza dei cittadini non è d’accordo sull’attuale sistema che accomuna i magistrati dell’accusa ai giudici: solo il 36% approva (la quota però sale a sinistra) mentre il 57,8% non lo condivide. Un italiano su 4, però, è preoccupato che la separazione delle carriere possa indebolire il ruolo dell’accusa, e a sorpresa i più timorosi sono nella destra (36%) e nel centrodestra (35%). Alta è anche (49%) la fiducia nell’imparzialità dei magistrati, ma altrettanti (48%) esprimono sfiducia; e alla domanda se si pensa che siano condizionati nel lavoro dalle loro idee politiche, il 20,2% ritiene di no, il 53,5% che lo sia solo una parte e il 20,7% che lo siano tutti i magistrati. Infine, sulla questione della durata dei processi, gli italiani sono per la quasi totalità (96,3%) d’accordo sul cosiddetto processo breve.

Tra le altre istituzioni sotto esame la scuola continua a perdere fiducia, in particolare nelle fasce giovanili: il 52,7% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha dichiarato di avere poca fiducia e il 10,1% non ne ha alcuna. E nonostante l’appartenenza politica del ministro dell’istruzione, il poco credito risulta molto forte tra le persone di destra (43,2%) e centrodestra (50,3%), anche se aumenta nella sinistra (53,7%) e centrosinistra (50,4%).

Ancora : il 45,5% non nutre alcuna fiducia nei partiti e il 42,4% ne ha poca, a fronte di un 12,1% che si dichiara fiducioso. Una opinione quasi uniforme in tutte le aree geografiche del Paese e che prescinde dall’area politica di appartenenza. E tuttavia, rispetto all’anno precedente, questa fiducia aumenta del 5%. Da sottolineare poi che l’85,3% condivide l’idea che i partiti dovrebbero cercare di raggiungere il massimo di concordia possibile per il bene del Paese. Quanto alla legge elettorale, la stragrande maggioranza (83,1%) è favorevole alla reintroduzione delle preferenze.

Va male invece per i sindacati, che perdono consensi soprattutto a sinistra (il 68,5% ha poca o nessuna fiducia) e nel centrosinistra (67,1%). Sale invece la fiducia nei confronti delle associazioni di volontariato  (82,1%) e nella Chiesa (47,3%, +8,5% rispetto all’anno precedente).

Migliora la fiducia nella Pubblica amministrazione (+3,7%) ma il tasso di sfiducia resta altissimo (73,8%). Ottimo invece il consenso per le Forze dell’ordine, in costante aumento sia per carabinieri che per polizia e guardia di finanza.