Sonya Caleffi, l’infermiera che uccise 5 pazienti libera a settembre grazie a indulto e buona condotta

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2018 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA
Sonya Caleffi

Sonya Caleffi in una foto dell’epoca

LECCO – Sonya Caleffi era stata arrestata nel 2004 per aver ucciso cinque pazienti durante il suo lavoro come infermiera nell’ospedale Manzoni di Lecco. L’infermiera era stata condannata a vent’anni di carcere ed ora, dopo 14 anni, potrebbe [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] lasciare il carcere già dal prossimo settembre. A dare la notizia è il quotidiano Il Giorno.

La Caleffi oggi 47enne, uccise i cinque pazienti iniettando loro dell’ossigeno nelle vene.

Lo sconto di pena sarebbe dovuto in parte alla sua buona condotta, in parte all’indulto del 2006: “Avrebbe dovuto saldare il suo debito con la giustizia alla fine del 2024”, ha detto il suo ex legale Claudio Rea al Giorno. “Tre anni di indulto e un anno di riduzione della pena ogni quattro di buona condotta”. La Caleffi ha comunque già lasciato il carcere diverse volte per i permessi premio previsti dalla legge.

L’accusa, durante il suo processo, aveva chiesto l’ergastolo: la donna, oltre ai cinque omicidi, tentò infatti di uccidere altri due anziani che furono però salvati.

Un articolo uscito su Blitz Quotidiano nel 2016 ha tentato di spiegare il perché accadono questi episodi, con infermieri che commettono crimini del genere e che poi vengono giudicati, nei processi, come capaci di intendere e volere. Sonya Caleffi non è stata infatti l’unica ad aver ucciso senza alcuna ragione dei pazienti malati.

Un’ipotesi plausibile può essere quella del delirio, delirio di onnipotenza sulla vita e la morte altrui. Disponendo quotidianamente degli strumenti di vita e di morte, costeggiando ogni giorno la vita e la morte si può avere la tentazione di dominare e governare la vita e la morte. Esercitare su di loro il proprio potere per un perché per il semplice potere di farlo. E’ quanto si può faticosamente interpretare da ciò che a suo tempo fece trapelare la Caleffi, che non fu mai in grado di indicare un perché nella sua decisione di uccidere così tanti pazienti.