In un vicolo di Genova a far pipì: multa monstre da 10mila euro. Ma perché cani e gatti?…

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Aprile 2017 - 06:49 OLTRE 6 MESI FA
Sorpreso in un vicolo a far pipì: multa monstre da 10mila euro. Ma è così osceno?

Sorpreso in un vicolo a far pipì: multa monstre da 10mila euro. Ma è così osceno?

GENOVA – Lo hanno sorpreso con le braghe calate in un vicolo dei Caruggi, intricatissimo dedalo di vie e stradine che formano il centro storico di Genova. Proprio lì dove un tempo c’erano certe case e certe signorine, Marco, 19 anni, studente di liceo, ha ceduto all’irrefrenabile istinto di urinare in strada. Non sapeva o forse non immaginava che quell’unico episodio di inciviltà gli sarebbe costato caro, anzi carissimo.

Sfortuna ha voluto che proprio di lì, a tarda notte, transitasse una pattuglia dei carabinieri. I militari, che lo hanno aspettato all’uscita del Vico Lavezzi, lo hanno fermato e identificato. “Hai appena commesso un reato – gli hanno spiegato – atti contrari alla pubblica decenza e devi pagare una multa”. Ma è solo la settimana dopo, quando riceve a casa il verbale di contravvenzione, che scopre la gravità del suo gesto dinanzi alla legge: la somma da pagare ammonta a 10 mila euro. Possibile?

Inutile contattare avvocati e consulenti legali, i carabinieri fin troppo zelanti hanno applicato la legge alla lettera. A inizio 2016 il reato di atti contro la pubblica decenza è stato in realtà depenalizzato. Cioè non c’è più una denuncia e la fedina penale resta immacolata. Ma la sanzione amministrativa prevista ha alzato di parecchio l’asticella: non che il carcere fosse preferibile ma ora l’esborso va dai 5 mila ai 10 mila euro. Meglio pagare perché le possibilità di vincere, in caso di ricorso, sono meno che zero e allora il conto potrebbe diventare insostenibile. Così il papà di Marco è corso a saldare il dovuto, entro i 60 giorni previsti per ottenere lo sconto a un terzo dell’ammenda. Alla fine la bravata, o l’incontinenza da troppa birra, gli è costata 3.333 euro.

Ma la domanda sorge spontanea: può un bisogno naturale come la pipì essere così osceno da risultare esageratamente oneroso? In fondo non si nega a cani e gatti di fare i propri bisogni in strada, a patto che i proprietari, civicamente ammaestrati, puliscano il marciapiede. Anzi, li addestriamo appositamente perché riconoscano la pubblica piazza e non il salotto di casa, come luogo deputato alle deiezioni. Ma non è forse lo stesso naturale istinto a guidare le umane esternazioni?