Soter Mulè, ultimo emulo del principe di Condè

Pubblicato il 12 Settembre 2011 - 14:09 OLTRE 6 MESI FA

Il principe di Condè

ROMA – E’ la globalizzazione la colpevole (non processabile) della morte di Paola, strangolata da una corda che avrebbe dovuto darle piacere? Le tecniche bondage, sadomaso, shibari e quant’altro non avrebebro ceerto avuto la diffusione che hanno se non ci fossero stati internet, i social network e i videofonini. E così dal Giappone l’orgasmo provocato dalla stretta di una corda è arrivato fino a un garage di Roma. Portandosi via una ragazza di 24 anni. Ma la tecnica è davvero così esotica? In realtà a guardare i precedenti, parrebbe proprio di no.

Bisogna andare indietro nel tempo per trovare una storia simile che ha ucciso niente meno che un principe di sangue reale nella Francia dell’Ottocento. Parliamo del principe di Condè, nome per esteso Luigi Enrico Giuseppe di Borbone Condè, vissuto a cavallo tra 700 e 800. Divorziò dalla moglie nel 1780 dopo 10 anni di matrimonio, ma fu a Londra che si innamorò perdutamente di una semplice cameriera incontrata in una casa chiusa, Sophie Dawes. La portò in Francia durante la Restaurazione e la diede in sposa al barone di Feuchéres.

La mattina del 27 agosto 1830 il principe Condè venne trovato impiccato in casa sua, con una corda al collo assicurata alla maniglia di una finestra.  Suicidio o omicidio? All’epoca le ipotesi si accavallarono: chi credeva all’ipotesi del delitto sosteneva che alcuni parenti e l’amante volessero la loro parte di eredità. Ma data la modalità della morte non si poteva nemmeno escludere il suicidio. All’epoca nessuno venne incriminato per mancanza di prove, ma di recente si è fatta strada l’ipotesi di un gioco erotico finito male. Con la fida Sophie che, per provocare un’erezione all’amante, per una volta strinse un po’ troppo il cappio intorno al suo collo.