Spariti i gioielli dell'eredità Angiolillo, aperta un'inchiesta

Pubblicato il 5 Gennaio 2012 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un semplice trasloco ha dato il via all'indagine avviata dalla procura di Campobasso sulla sparizione della collezione privata di gioielli del senatore Renato Angiolillo, fondatore del quotidiano ''Il Tempo''.

''Un paio di anni fa nel corso di un trasloco dalla mia casa di Roma a Sorrento, dove ho un'attivita' alberghiera – racconta il nipote del senatore, Renato Angiolillo jr – ho trovato casualmente un elenco di oggetti preziosi con i certificati assicurativi. E allora ho deciso di rivolgermi a un legale, l'avvocato Luigi Iosa, presentando una 'denuncia contro ignoti'''. Un ritrovamento, quello dei certificati, che in realta' ha solo suffragato una vecchia storia di famiglia.

Gia' dal '73 (anno in cui mori' Renato Angiolillo) i tre figli dell'editore – riferisce Renato jr – erano a conoscenza dell'esistenza di questo 'tesoro', ma per quieto vivere e sperando che la vedova e seconda moglie del grande editore, Maria Angiolillo, ''venisse a miti consigli'' e si potesse trovare un accordo, preferirono non fare nulla.

Poi, dopo la morte, il 14 ottobre del 2009, di Donna Maria, regina dei salotti romani, di quei preziosi – ''che, assicura Renato Jr, valgono decine di milioni e che non appartenevano assolutamente alla signora Maria Girani'' – si sono perse le tracce. ''Ma l'iniziativa di rivolgerci a un legale (anche mio zio Amedeo che vive a New York, l'unico ancora in vita dei tre fratelli e' d'accordo)e' partita solo – assicura Renato Jr – dopo il ritrovamento di quei certificati. Da li' la vicenda e' poi deflagrata''.

L'avvocato molisano Luigi Iosa ha precisato di avere presentato la denuncia dopo che nel suo studio di Campobasso, ''a seguito di specifiche richieste, hanno accertato che di quei gioielli non si sapeva nulla". ''Per il momento – ha sottolineato Iosa – non so altro anche perché è in corso la fase investigativa''.

L'esatta entita' del 'tesoro' non si conosce (tra i monili svaniti nel nulla c'e' pero' un prezioso diamante rosa di 34 carati che da solo vale diversi milioni di euro), ma si tratterebbe di cifre da capogiro. ''All'inizio della vicenda si e' occupata anche la Finanza di Campobasso – racconta sempre il nipote dell'editore – ma soltanto quando sono saltati fuori i certificati assicurativi e' emerso con chiarezza che si tratta di gioielli importanti''.

Gli eredi del defunto senatore hanno sospetti su chi possa aver sottratto la preziosa collezione, ma visto che c'e' un'inchiesta in corso preferiscono aspettare gli esiti degli accertamenti. L'inchiesta e' coordinata dal Pm Fabio Papa e nelle ultime settimane – ma la notizia si e' appresa solo oggi – la Procura ha iscritto nel registro degli indagati una persona; l'ipotesi di reato e' appropriazione indebita.

''Sono cose tristi'' si limita a commentare Renato Angiolillo Jr che spera di poter scrivere presto la parola ''fine'' in questa spiacevole vicenda.