Per 14 braccialetti elettronici in 10 anni pagati 81 milioni di euro a Telecom

Pubblicato il 3 Ottobre 2012 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Braccialetti elettronici: in dieci anni (2001-2011) l’amministrazione giudiziaria ne ha utilizzati 14, con una spesa complessiva di 81 milioni di euro. Cioè, per sorvegliare a distanza 14 detenuti confinati nei loro domicili, l’Amministrazione del Ministero dell’Interno ha versato alla Telecom 8,64 milioni (Iva esclusa) per l’attivazione del servizio e un compenso annuo di 9,083 milioni. Lo ha scritto nero su bianco la Corte dei Conti (lo riporta il quotidiano Italia Oggi del 2 ottobre) rilevando che il contratto è stato rinnovato, con la previsione che le misure alternative al carcere in discussione con il decreto svuota-carceri vengano aumentate. Si passerà da un numero di 400 dispositivi utilizzabili a 2000 grazie a un potenziamento tecnologico e in previsione appunto di un rialzo significativo della domanda.

Peccato che il parere della Corte è, al di là del merito (l’uso dei braccialetti) tutt’altro che positivo. Reiterare la convenzione significa proseguire una spesa “antieconomica ed inefficace”. Ed è comprensibile la valutazione della magistratura contabile: di fronte a un numero così esiguo di braccialetti utilizzati lo sforzo sostenuto appare davvero sproporzionato. Perlomeno, suggerisce la Corte, prima della stipula del rinnovo della convenzione se ne sarebbe potuto discutere anche con il Ministero della Giustizia. Tanto più che anche nel febbraio scorso tra Viminale (Interno) e Giustizia c’era stata qualche frizione per un contratto di questo onere: alla fine prevalse la concordia governativa e il ministro Cancellieri assicurò la perfetta intesa (“c’è una legge che prevede i braccialetti, noi ci atteniamo”) con la collega Severino che pure si era parecchio irritata per l’esosità dell’operazione  14 soli detenuti non è un numero buono neanche per una sperimentazione, un progetto pilota. Un centinaio di milioni non è un prezzo congruo: discutendo di braccialetti, assomiglia di più alla fattura rilasciata da Bulgari a qualche magnate russo o petroliere arabo per una fornitura di gioielli esclusivi. Un braccialetto elettronico non è sempre.