Stefano Boeri: da candidato alle primarie ad assessore sfiduciato

Pubblicato il 9 Dicembre 2011 - 00:05 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Il gelo tra Stefano Boeri, assessore alla cultura del comune di Milano e il suo sindaco, Giuliano Pisapia, non accenna a sciogliersi: si sono rivisti ieri alla Prima della Scala, e il saluto sibillino che il sindaco ha rivolto all’assessore fa capire che il muro di incomprensioni tra i due non è ancora stato abbattuto. È passato poco più di una settimana da quando l’architetto candidato alle primarie per diventare sindaco di Milano e sconfitto proprio da Giuliano Pisapia, ha rimesso le sue deleghe a cultura, moda ed expo per incomprensioni con la giunta. Attualmente la crisi è rientrata, e il bilancio è di un “assessorato dimezzato”: Boeri mantiene la sua carica di assessore e conserva le deleghe a cultura, moda e design, ma perde quelle ad expo e grandi eventi.

Ma come si è giunti alla rottura di un legame cardine per la tenuta di questa giunta di centrosinistra, che ha infiammato la scorsa primavera milanese, sbaragliando la corazzata di centrodestra Pdl- Lega? I rapporti tra i due big dell’onda arancione non sono mai stati idilliaci, e dall’inizio del mandato di Pisapia si sono scontrati praticamente su tutto: in cima alla lista la questione Expo 2015, che vede il sindaco fedele alla linea di continuità e l’archistar da sempre sostenitore di un altro progetto, secondo il suo piano dell’ “orto planetario”; poi c’è stata la querelle sulla cessione di Sea, la società che gestisce gli areoporti milanesi e dell’autostrada Serravalle, che ha visto il duo Pisapia-Tabacci in netta contrapposizione a Boeri, e una serie di altre “battaglie minori” come quelle sulle candidature degli Ambrogini d’oro e sul progetto Citylife in zona fiera.

A forza di battibecchi si è arrivati a quel fatidico 25 novembre, in cui l’ennesimo scontro sul tema Expo e sul Museo d’Arte Contemporanea (Boeri, invitato dalla giunta al silenzio-stampa sull’argomento, ha rilasciato invece dichiarazioni con sue opinioni personali ai giornalisti) ha fatto definitivamente perdere la pazienza al mite sindaco Pisapia, che dichiara ai giornali “La squadra è composta da dodici assessori, ma da uno solo e su qualsiasi argomento manca il rispetto della collegialità, e questo non è più tollerabile. Questa è l’ultima volta, non ce ne saranno altre”.

Seguono ore di inquietudine, e dopo essersi consultato con i suoi compagni di partito nella sede del PD, Boeri presenta le dimissioni, come gesto di distensione. Prima di decidere se accettarle, l’avvocato ha avviato un giro di colloqui con gli altri assessori della giunta e con i consiglieri comunali di maggioranza, sottolineando che il bene più prezioso è la collegialità, un modo per puntare velatamente il dito contro quell’assessore (senza ovviamente mai citarlo) che l’avrebbe infranta più volte.

Portato a più miti consigli, il 29 il sindaco finalmente scioglie ogni dubbio, dichiarando che Boeri rimane nella giunta, ma le deleghe all’expo passeranno ad un comitato di diversi assessori, ognuno con le sue competenze specifiche. L’archistar ha così perso il suo incarico più prestigioso, ma mantiene comunque il suo posto in giunta.