Cucchi arrivò contuso in carcere: lo confermano medici Regina Coeli

Pubblicato il 6 Novembre 2009 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA
cucchi

Stefano Cucchi al suo ingresso a Regina Coeli

I medici del carcere romano di Regina Coeli non hanno dubbi: Stefano Cucchi si è presentato nel penitenziario con lesioni gravi al volto, lesioni vertebrali e un sospetto di trauma cranico addominale. Le parole dei sanitari conferman0 quello che già si intuiva vedendo le foto del ragazzo al suo ingresso nella prigione capitolina.

A rivelare le condizioni in cui versava Cucchi il 16 ottobre sono sono stati tre medici dell’istituto penitenziario, due dei quali visitarono il ragazzo quel giorno: i dottori sono stati ascoltati questa mattina dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che ha aperto un’inchiesta sulla morte del giovane.

«Noi siamo ancora all’inizio della nostra indagine – ha spiegato il presidente della commissione Ignazio Marino al termine dell’audizione – ma i medici sono stati molto precisi circa la condizione fisica di Stefano Cucchi nel momento di ingresso al carcere di Regina Coeli».

E dalla loro descrizione e dalla cartella clinica, «che esiste, perchè lui è stato subito ricoverato nel centro diagnostico terapeutico del penitenziario, è evidente – aggiunge Marino – che il ragazzo aveva già lesioni gravi, al volto, aveva il sospetto di un trauma cranico addominale e sicuramente delle lesioni vertebrali».

Riguardo invece alla domanda fatta da Marino al personale sanitario se la nausea di Chucchi fosse un sintomo da attribuire a disturbi gastrointestinali o invece di tipo neurologico, dunque con sospetto trauma cranico, i medici, aggiunge Marino, hanno risposto che loro pensavano «al sintomo come ad un’evidenza di un danno nervoso centrale».

A tale proposito doveva essere effettuata una Tac di controllo ma, conclude il presidente della commissione, «apparentemente sembra ci sia stato il rifiuto di Cucchi di sottoporsi a questo tipo di esame. Anche se su questi aspetti dovremo fare un approfondimento con i medici dell’ospedale Fatebenefratelli».