Stefano Cucchi, Carabiniere in aula: “Il fotosegnalamento fu cancellato con il bianchetto”

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2018 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Cucchi

Stefano Cucchi (foto Ansa)

ROMA – Mancano tracce scritte del passaggio di Stefano Cucchi dalla compagnia Casilina per gli accertamenti fotosegnaletici e dattiloscopici durante l’arresto: dal registro delle persone sottoposte a fotosegnalamento fu cancellato con il bianchetto il nome di Stefano Cucchi. “Una pratica non regolare” [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. A ribadirlo sono alcuni militari dell’Arma in servizio il 15 ottobre 2009, data dell’arresto di Cucchi, ascoltati alla Prima Corte d’Assise di Roma nell’udienza del processo che vede imputati cinque carabinieri per la vicenda del geometra romano.

Sul registro dei fotosegnalamenti, un rigo è cancellato con il bianchetto: sotto alla casella con il nome di Misic Zoran si intravede, eliminato successivamente, quello di Stefano Cucchi. “Non è una pratica normale, può capitare che il fotosegnalamento non avvenga per problemi ai sistemi informatici, ma in genere si cancella il nome con una riga orizzontale, non con il bianchetto”, ha spiegato uno dei carabinieri ascoltati. Una tesi confermata anche da un altro suo collega ascoltato in udienza. Nel registro ci sarebbero comunque altri nomi cancellati parzialmente con bianchetto ma il pm Giovanni Musarò ha fatto notare che quello di Cucchi è interamente cancellato.

In aula è emerso anche che Raffaele D’Alessandro, uno dei carabinieri accusati del pestaggio di Stefano Cucchi, nel 2013 fu spostato di mansione e destinato ad un incarico in ufficio dopo una segnalazione della ex moglie, preoccupata perché potesse compiere con la pistola gesti estremi verso sé stesso o la famiglia. In particolare, la ex moglie dell’imputato avrebbe riferito a un superiore di D’Alessandro un episodio durante la loro fase di separazione in cui l’uomo avrebbe minacciato il suicidio con la pistola.