Strage di Bologna, ergastolo per Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale. 42 anni di processi, e non è finita

Strage di Bologna, ergastolo per Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale. 42 anni di processi, e non è finita

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Aprile 2022 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA
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Paolo Bellini in una foto segnaletica e in un fermo immagine (Ansa)

Alle 10.25 del 2 agosto 1980 scoppiò la bomba nella sala d’aspetto della stazione di Bologna uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200.

Da quel giorno di quasi 42 anni fa non si sono mai fermate le indagini per scoprire autori e mandanti del più grave attentato del dopoguerra italiano.

Strage di Bologna, ergastolo per Paolo Bellini

Oggi con la condanna all’ergastolo, in primo grado, nei confronti di Paolo Bellini, si è scritto un altro capitolo. Ma non sarà l’ultimo.

Ex Avanguardia Nazionale, 68 anni, per l’accusa è il quinto attentatore, in concorso con i Nar condannati in definitiva, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e, in primo grado, Gilberto Cavallini.

Bellini è stato imputato dopo che la Procura generale ha avocato l’inchiesta sui mandanti. Accusando, da morti, quindi non processabili, il capo della P2 Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi.

Oltre alla condanna all’ergastolo a Paolo Bellini, non presente in aula al momento della lettura della sentenza, la Corte di assise di Bologna ha giudicato responsabili anche gli altri due imputati nel nuovo processo.

L’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, a sei anni; Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, quattro anni.

42 anni di indagini e processi

L’ipotesi dello scoppio di una caldaia o delle tubature del gas, la prima avanzata in quei momenti ma quasi fin da subito ritenuta poco attendibile, lasciò presto il posto alla certezza dell’esplosivo. A provocare la strage era stata una bomba ad alto potenziale.

I processi hanno condannato all’ergastolo, alla fine di una lunga serie di giudizi, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro ‘gli sposi neri’.

Facevano parte dei Nar, gruppo terroristico di estrema destra attivo tra fine anni ’70 e primi ’80 e la condanna per entrambi è definitiva dal 1995.

La Cassazione, sempre nel novembre del 1995, ha confermato le condanne per Licio Gelli (10 anni), Francesco Pazienza (10) e per gli ex ufficiali del Sismi Pietro Musumeci (8 e 5 mesi) e Giuseppe Belmonte (7 e 11 mesi) per i depistaggi.

Mambro e Fioravanti hanno confessato altri delitti, non la strage

Nel 2007 è arrivata la condanna a 30 anni come esecutore della strage per un altro ex Nar, Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca. Nel 2015 è passata in giudicato anche la sentenza civile che ha condannato Mambro e Fioravanti a risarcire lo Stato con oltre due miliardi.

Entrambi hanno scontato le loro pene e sono liberi, così come Ciavardini. I tre, che hanno confessato altri delitti, per la Strage si sono sempre detti innocenti e lo hanno ribadito anche quando stati sentiti nel recente processo a carico di Gilberto Cavallini, anche lui membro dei Nar.

Questo processo si è concluso a gennaio 2020 con l’ergastolo in primo grado e l’appello è fissato nel 2023. Molto probabilmente sarà unificato al secondo grado di Paolo Bellini.

Cavallini, la cui posizione inizialmente venne archiviata, è ritenuto complice degli altri tre, accusato di avergli dato anche solo un supporto logistico. Bellini è invece stato indagato ancora successivamente. Dopo, cioè, che la Procura generale ha avocato a sé il fascicolo sui mandanti. A sollecitare la Procura, i corposi dossier presentati dai familiari delle vittime, mandato verso l’archiviazione dalla Procura ordinaria.

Contro Bellini, un video che lo incastra

Contro Bellini c’è soprattutto il video che riprende un uomo simile a lui in stazione, riconosciuto anche dall’ex moglie. Ed è ritenuto, quindi, il quinto esecutore. La nuova maxi-inchiesta è arrivata ad accusare, da deceduti e quindi non processabili, la P2 e gli apparati statali deviati: Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, come mandanti, finanziatori e organizzatori.

Si è invece conclusa con un’archiviazione, nel 2015, l’indagine bis sulla pista alternativa, quella ‘palestinese’. Indagati erano i terroristi tedeschi Thomas Kram e Margot Christa Frohlich.